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HomeAttualitàL’equinozio di primavera: la storia e l’influenza psicosomatica sull’essere umano

L’equinozio di primavera: la storia e l’influenza psicosomatica sull’essere umano

La parola equinozio deriva dal latino aequinoctium, costituita dall’unione tra aequus (uguale) e nox (notte)

Quest’anno l’equinozio di primavera è arrivato il 20 marzo, esattamente alle 04,06 italiane, il giorno dell’anno caratterizzato da 12 ore di luce e 12 di buio, proprio come accade anche all’equinozio d’autunno. In ogni caso l’equinozio, non corrisponde all’intera giornata, ma a un singolo istante, quello in cui il Sole attraversa l’equatore celeste, che può essere considerato come la proiezione della linea dell’equatore terrestre sulla sfera celeste: ecco perché, oltre alla data, gli equinozi hanno anche un orario ben preciso. L’evento astronomico durante il quale i raggi del Sole cadono perpendicolarmente sull’asse di rotazione della Terra.

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Cosa succede con l’equinozio? La parola equinozio deriva dal latino aequinoctium, costituita dall’unione tra aequus (uguale) e nox (notte). Così il Sole passa da un emisfero all’altro attraversa l’orizzonte astronomico, ossia il cerchio creato dall’intersezione della sfera celeste con il prolungamento dell’orizzonte dell’osservatore, perpendicolare all’asse verticale, che raggiunge il punto vernale in cui si intersecano l’eclittica e l’equatore celeste. Da questo momento le ore di luce cominceranno ad aumentare progressivamente fino al solstizio d’estate, che nel 2024 sarà nella sera del 20 giugno.  L’equinozio di primavera si verifica nell’emisfero boreale, significa che nel frattempo nell’emisfero australe si verifica l’equinozio d’autunno, con una progressiva diminuzione delle ore di luce fino al verificarsi del solstizio d’inverno.

 

Nell’antichità in Mesopotamia, l’equinozio di primavera rappresentava anche l’inizio dell’anno. Nella cultura persiana esisteva ed ancora esiste la ricorrenza detta Norooz segna allo stesso tempo l’equinozio di primavera e il Capodanno. Sono momenti che si dedicano alla preparazione di piatti tradizionali contrassegnati verso la prosperità e il risveglio della Terra. In Egitto esisteva una festa, chiamata Sham el Nessim, legata alla fertilità della terra con offerte alle divinità per ingraziarsi gli dei. I Celti, da cui molti ceppi di popoli siciliani preellenici derivano, (ricordiamo feste siciliane come il giorno dei morti 31 ottobre/1 novembre chiamato Sahmain e il giorno della candelora Imbolc il 1 e 2 febbraio che ci ricorda il periodo della festa di S. Agata) organizzavano danze orgiastiche con assunzione di funghi allucinogeni per festeggiare l’unione sacra tra il maschile e il femminile. Infatti il sito neolitico di Stonehenge, ancora oggi è animato da molti riti, che ricordano le usanze dei druidi e di coloro che osservavano il culto pagano della Wicca, i wiccan. I Greci e i Romani e dedicavano il periodo calendariale alla Grande Madre, divinità ancestrale madre di tutti gli dei, con raccolti agricoli, banchetti, gare e giochi pubblici. Così come in Sicilia, tra greci e romani il culto di Demetra (Cerere) Kore e Persefone (Proserpina) celebrava i Misteri Eleusini detti i “piccoli misteri” perché durante l’equinozio di autunno a settembre si celebravano “i grandi misteri”.

Per il cristianesimo, durante l’equinozio di primavera si calcolava il momento in cui era stato concepito Gesù per cui la Pasqua doveva tenersi la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio primaverile. In India e in Turchia si festeggiano le antiche celebrazioni con il fuoco per la purificazione e risveglio dell’anima dalle vie ctonie, cioè da “sottoterra” verso la superficie e la fertilità.

 

Psicologicamente parlando il risveglio dal torpore dell’inverno fa sì che tutta una serie di allergie, non è un caso che i pollini e quant’altro si ritrova nell’aria ci può dare questo effetto, viene simbolicamente parlando in psicosomatica a coincidere con un eccesso di energie che a volte non siamo in grado di “controllare”. Per cui visto che i nostri antenati facevano dei rituali, che riguardavano proprio il rappacificamento con la natura esplosiva della primavera, potrebbe essere un modo per gestirsi una serie di disturbi che vanno dai mal di testa, alla confusione mentale, allergie, dermatiti…oltre chiaramente alle cure mediche che vanno fatte, nessuno ci vieta di abbracciare qualche piccolo rituale in casa o in campagna che potrebbe essere un toccasana per la nostra anima e corpo in subbuglio!!!

 

In casa accendere candele profumate e fare pulizie buttando via quello che non ci serve, si può pulire energeticamente lo spazio dedicato a questo piccolo rituale bruciando palo santo, salvia o cedro. In campagna un cerchio con fiori con petali di colori caldi e vivaci, frutti, tra cui agrumi, mele, melagrane, candele, pietre chiare come la quarzite mischiate a pietre nere come la lava e ossidiana. Comunque sia, respirate a pieni polmoni, andando verso il mare, il lago, in campagna, in spazi aperti e lontano dallo smog in modo che le vostre cellule, possano accogliere “la rigenerazione della primavera”!!!

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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