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Strage di Ustica, nuove rivelazioni. Bonfietti: “Chi finalmente parla fa solo il proprio dovere”

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(Adnkronos) – “Lo Stato maggiore italiano mi ha chiesto di chiedere allo Stato Maggiore francese il rilevamento radar di quella notte, il colonnello francese mi ha detto che dal momento che la base di Solenzara era chiusa è stato comunicato allo Stato Maggiore italiano che il radar era in manutenzione” e “mi hanno detto di rispondere agli italiani che il radar era in manutenzione e punto”. E’ quanto afferma un ex addetto militare dell’ambasciata di Francia a Roma alla fine degli anni Ottanta, durante un dialogo registrato da Massimo Giletti per ‘Ustica – Una breccia nel muro’ che andrà in onda martedì 25 giugno alle 21.20 su Rai3, in un’anticipazione del video diffuso dal sito ‘la Repubblica’. Nella conversazione l’uomo afferma al giornalista che è avvenuto “tutto per telefono”. Il radar era fermo? “E’ quello che mi è stato detto di riferire allo Stato Maggiore italiano ed è quello che ho fatto”, risponde. 

“Purtroppo avviene tutto troppo tardi, ma chi finalmente ha voglia di raccontare il ruolo che ha avuto, visto che sono anche uomini delle istituzioni, farebbe solo il proprio dovere”, dice all’Adnkronos Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. 

Con l’avvicinarsi dell’anniversario Bonfietti osserva: “Continuiamo a dire che manca un pezzo di verità perché manca solo l’autore materiale/gli autori dell’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace, come ci consegna nel ’99 un giudice della Repubblica ossia il giudice Priore nella sua ordinanza. Sono passati altri 25 anni, aspettiamo la possibilità di leggere tutta la verità sugli autori materiali”. 

La presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica ricorda che “dopo 16 anni, la magistratura ha riaperto nel 2008 le indagini dopo le dichiarazioni di Cossiga ma ancora non sono concluse. Un’altra nostra richiesta, in questi giorni, è chiudere le indagini e consegnare le cose fatte finora: le parti devono conoscere e poter giudicare le attività svolte”. 




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