Evento speciale fuori programma del Festival Interpretare l’Antico, in collaborazione con NaxosLegge, al Teatro della Nike del Parco Archeologico di Naxos. (Via Calcide Eubea 1, – Giardini Naxos https://maps.app.goo.gl/kWnyMjVgYUGFRLXw8 ).
Sabato 21 settembre alle 21.00 andrà in scena lo straordinario spettacolo “Venere e Adone” (produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi) di e con Roberto Latini, con musiche dal vivo eseguite da Gianluca Misiti, in collaborazione con Epica Festival
Fondazione Armunia Castello Pasquini – Festival Inequilibrio – Fortinbras Enterprise.
Presentazione spettacolo: L’amore terrestre e quello divino nel disarmo di un destino ineluttabile. È questo il tema trattato da Shakespeare, Tiziano, Rubens, Canova, Carracci, Ovidio, attraversando il mito nell’arte, come trattenendo il respiro.
Come per il mito, la narrazione cede il posto a variazioni dello stesso tema.
Il pensiero sollecita continue aperture e aggiunge sipari su scene in trasformazione.
Venere e Adone si trasforma così in un programma articolato in grammatiche diverse.
Un respiro-fotogramma, solo, fermato, definito, come a impedire che il racconto si possa compiere nel finale che già sappiamo. È forse la speranza che si possa vincere il destino, dando all’Arte il compito di sfidare il tempo e trattenerlo.
Tra quelli contenuti nelle Metamorfosi di Ovidio è certamente uno degli episodi più sorprendenti: Adone muore nel bosco durante la caccia a un cinghiale e Venere stessa non può nulla oltre il presentimento che la consuma. Anche questo mito ci rivela che gli Dei in tanti casi possono solo arrendersi al cambiamento; oppure lasciarsi sorprendere.
Il corpo di Adone in terra svanisce nell’aria fresca del mattino e dal suo sangue in terra spunta un fiore bianco e rosso.
Venere e Adone è la storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza, difesa. Anche Amore non può nulla. Anche Amore è incapace; è sfinito, è logoro, è vecchio. Sconfitto. Eppure, cadendo, fa un volo infinito.