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Unict: ricerca su infertilità maschile, l’importanza della seconda eiaculazione

I risultati dello studio del gruppo di ricerca di Endocrinologia dell’ateneo catanese potrebbero avere importanti implicazioni nella riproduzione naturale e assistita

La seconda eiaculazione consecutiva, raccolta dopo un periodo di astinenza molto breve rispetto alla prima, potrebbe rappresentare una strategia semplice, utile e economica per ottenere spermatozoi di migliore qualità, soprattutto nei pazienti con parametri spermatici alterati.
Sono i risultati dello studio dal titolo “The Impact of a Very Short Abstinence Period on Conventional Sperm Parameters and Sperm DNA Fragmentation: A Systematic Review and Meta-Analysis” pubblicato sul Journal of Clinical Medicine che, secondo gli studiosi, potrebbero avere importanti implicazioni nella riproduzione naturale e assistita.
Il lavoro pubblicato sulla rivista scientifica rappresenta la prima revisione sistematica e meta-analisi che indaga l’impatto di un periodo di astinenza molto breve sui parametri spermatici convenzionali e sul tasso di frammentazione del DNA spermatico.

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«L’analisi ha mostrato un significativo incremento della concentrazione spermatica e della motilità totale e progressiva nella seconda raccolta rispetto alla prima, soprattutto nei pazienti con parametri spermatici alterati – spiegano i ricercatori, autori dello studio, Federica Barbagallo, Rossella Cannarella, Andrea Crafa, Sandro La Vignera, Rosita A. Condorelli e Aldo E. Calogero del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Catania e Claudio Manna del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università di Roma “Tor Vergata” -. Dall’altro lato, la frammentazione del DNA spermatico si riduceva in maniera significativa nella seconda raccolta rispetto alla prima».
«L’esame del liquido seminale rappresenta, ad oggi, una pietra miliare nella diagnosi della fertilità maschile – continuano gli studiosi -. Tra i parametri che possono influenzare l’esame del liquido seminale, l’astinenza sessuale è spesso trascurata, sebbene sia stato ampiamente dimostrato che la durata dell’astinenza sessuale influenza i parametri spermatici.

 

Il Manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’analisi e il trattamento del seme umano raccomanda che l’esame del liquido seminale deve essere eseguito dopo un minimo di 2 giorni e un massimo di 7 giorni di astinenza sessuale».
«Nel corso delle diverse edizioni pubblicate dal 1980 fino alla più recente nel 2021, il manuale dell’OMS ha subito tanti aggiornamenti, al passo con i progressi nel settore, mentre le indicazioni relative all’astinenza sessuale sono rimaste invariate – spiegano i ricercatori -.

La Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) raccomanda un periodo di astinenza di soli 3-4 giorni. La base di queste raccomandazioni non è chiara e molti studi suggeriscono la necessità di un cambiamento nelle attuali raccomandazioni sulla durata dell’astinenza sessuale».

 

 

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