La parola Mindfulness significa consapevolezza, attenzione e ricordo. Il divenire consapevoli di ciò che ci sta intorno che ci accade è l’inizio della liberazione dai pensieri ricorrenti e le emozioni che troviamo difficili da gestire. L’altro aspetto, “il ricordare” è inteso come il ricordarsi di essere consapevoli e di prestare attenzione: questo mette in evidenza l’importanza della pratica Mindfulness dell’intenzione ovvero “Ricordati di essere consapevole”. La Mindfulness ha un significato più ampio ed il suo obiettivo è quello di eliminare la sofferenza inutile, coltivando una profonda comprensione del funzionamento della mente e del mondo. Da poco ho finito il mio corso professionalizzante proprio sulla Mindfulness e ho scoperto che anche le pratiche informali come bere il caffè al mattino, lavarsi i denti, farsi la doccia, preparare il pasto, nutrirsi, possono diventare un’esperienza di Mindfulness. O come dicevamo bene i latini “sacrum facere”, che sarebbe che ogni cosa che facciamo ha la sua sacralità.
Ma per tornare al cibo, la parola “nutrirsi”, sarà la parola chiave che sottende alla perdita dei chili superflui del dopo feste. Un conto è mangiare a strafogarsi per ghiottoneria, un conto è nutrirsi. Per questo la mente distratta che si è fatta ‘portare via’ dai pensieri, dalle emozioni, dalle sensazioni del corpo deve tornare al momento presente: quello è un prezioso istante di pratica. Tra le pratiche che ho imparato quella che riguarda il “nutrirsi” è “L’Esercizio del Chicco di Uva Passa”. Chiaro che un terapeuta la condurrà con una musica di sottofondo e una voce calma e suadente ma se avete un po’ di pazienza potrete farlo anche da soli. Attraverso l’utilizzo dei nostri sensi, vista, tatto, olfatto, gusto possiamo provare un’esperienza diversa e più consapevole. Con dieci minuti di tempo a disposizione, procuratevi un chicco di uva passa: “Cercando di vedere il chicco di uva prendiamolo e teniamolo sul palmo della mano, oppure tra l’indice ed il pollice, guardiamolo attentamente, osserviamolo, come se non l’avessimo mai visto prima, rigiriamolo tra le dita, esaminiamo i punti dove è più opaco, dove è più lucido, osserviamo dove riflette la luce, le cavità, le pieghe più scure, lasciamo che i nostri occhi lo esplorino… se facendo questo esercizio ci vengono alla mente dei pensieri come: “che cosa strana sto facendo”, “ma che senso ha tutto questo”, “non mi piace”, notiamo questi pensieri, rileviamo che si sono presentanti nella nostra mente, prendiamoli in quanto pensieri e riportiamo con dolcezza la nostra consapevolezza al chicco in osservazione. Ora portiamo il chicco sotto in naso e ad ogni inspirazione verifichiamo che cosa proviamo, cosa notiamo se ci sono degli odori. Ora lo avviciniamo lentamente alla bocca, poi dentro la bocca, notiamo come lo riceviamo, senza morderlo, ma solo esplorandone le sensazioni generate dall’averlo in bocca, esploriamo l’oggetto con la lingua, notando tutte le sensazioni che proviamo facendolo girare in bocca, quando siamo pronti con piena consapevolezza, mordiamo l’oggetto e notiamo che cosa accade. Facciamo attenzione ai sapori che sentiamo e a tutte le sensazioni che proviamo nella nostra bocca; lentamente iniziamo a masticarlo, notando cosa succede nella nostra bocca, notiamo tutte le sensazioni e come queste si modificano, man mano che lentamente lo mordiamo, quando ci sentiamo pronti ad inghiottire, vediamo se riusciamo anche a seguire le sensazioni dell’inghiottire, percepiamolo che scende nello stomaco, il sapore che ci rimane in bocca, notiamo anche l’assenza del chicco nella bocca e come si muove la nostra lingua quando il chicco non c’è più”. Forse non lo troverete scritto da nessuna parte, ma questa pratica si può fare pure col vino, cioè il chicco di uva passa fermentato. L’unico problema è riuscire a tenerlo in mano: ma noi siamo sicuri che con la vostra fantasia riuscirete ad ovviare questo problema. Vi chiederete come si può dimagrire con una pratica del genere? Provare per credere: spesso non siamo in grado di gustare pienamente quello che mangiamo e per questo mangiamo tante schifezze magari “auscultando” il cibo ci renderemo conto di quello che ci fa bene e di quello che ci fa male.