Recensione del saggio “Massoneria e mondo dello spettacolo” di Michele Moramarco

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la recensione di Marco Galbusera:
“Basta la parola! ” recitava un noto slogan pubblicitario degli anni 60-70, prezioso tesoro nella memoria delle generazioni di Italiani cresciuti a pane e “Carosello”.
Basta la parola “massoneria” per suscitare, di primo acchito, immagini torbide e scenari tenebrosi: tutto l’opposto delle scintillanti luci della ribalta legate al mondo dello “show-business”.

Basta tuttavia scorrere le pagine del libro di Michele Moramarco per rendersi conto di come il binomio massoneria e spettacolo non rappresenti affatto una stridente antitesi ma, al contrario, una complementare convergenza di messaggi positivi e valori condivisibili. Non è un caso quindi ritrovare, nelle file dei fratelli Massoni, nomi di grande prestigio e professionalità, protagonisti indiscussi del cinema, della televisione e del teatro in Italia e nel mondo intero. Le pagine di Massoneria e mondo dello spettacolo (edito per i tipi delle edizioni bolognesi Il Settenario) sono affollate di firme eccellenti (e insospettabili si potrebbe dire, se ci si ostina a mantenere come punto di osservazione quello della diffidenza e della criminalizzazione), di personaggi pubblici entrati nelle case e nei cuori di milioni di persone: Carlo Dapporto, Paolo Stoppa, Gino Cervi, Gorni Kramer, Enzo Cerusico, Alighiero Noschese, financo Toto’…ma l’elenco dei divi di casa nostra affiliati alla Massoneria è decisamente più esteso. Allargando il respiro sul campo internazionale si ritrovano i nomi di Oliver Hardy, John Wayne, Douglas Fairbanks, Ernest Borgnine e (chi l’avrebbe mai detto?) nientemeno che Walt Disney, membro dell’Ordine giovanile De Molay, e il principe dell’escapologia Harry Houdini. Ma, ancora una volta, si tratta di un frettoloso accenno di un appello ben più popoloso. Artisti tutti affiliati, con vari gradi e livelli di impegno, nell’esercizio della solidarietà e nella ricerca del bene universale, uniti dallo spirito creativo e umanitario dell’ “Arte Muratoria”: in virtù di questi valori, la massoneria ha sempre accolto – senza alcuna preclusione elitaria – anche artisti considerati “minori” e operatori tecnici dello spettacolo.

Moramarco è un vero e proprio esperto della materia (a lui si deve l’eccellente Nuova Enciclopedia Massonica, forse uno dei pochi riferimenti bibliografici davvero esaurienti sull’argomento) e con questo libro – che parte con l’innata simpatia che possono suscitare figure tanto note – riesce nell’intento di togliere il velo di tenebrosa oscurità da una realtà purtroppo ancora poco conosciuta. Vale la pena leggerlo: non solo per le notizie e le curiosità rivelate su molti uomini di spettacolo ma, soprattutto, per l’effetto di positivo interesse che sa esercitare sulla possibilità di saperne di più sulla Massoneria, la sua storia e i suoi ideali.

“Basta la parola!”, come recitava il fratello Tino Scotti – ebbene sì, pure lui! – nella pubblicità prima citata. Basta un libro, come quello di Michele Moramarco, per iniziare a liberarsi da pregiudizi e luoghi comuni”.

Questo comunicato è stato pubblicato come contributo esterno. Il contenuto non è quindi un articolo prodotto dalla redazione di SR.it.

Il libro di Michele Moramarco (Il Settenario, Bologna 2024)

Chi è Marco Galbusera: giornalista già in forza a L’Eco di Bergamo e conduttore presso Videostar TV Lombardia, è altresì un apprezzato scrittore (tra i suoi libri: Il cielo sta sopra, 2012; Per l’eternità e oltre, 2015; Il sindaco che rubò il lago, 2016; L’asino che vola. Dieci storie nella storia, 2018).