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Dalle protesi caviglia personalizzate all’Ai, al via congresso ortopedici

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(Adnkronos) – L’ortopedia guarda al futuro. Con le protesi ‘custom made’, “più innovative delle protesi standard in commercio quando quest’ultime non garantiscono un impianto sufficiente a colmare delle perdite ossee importanti che siano post traumatiche, tumorali o di altro tipo”, e con l’intelligenza artificiale come “prezioso aiuto che lavora in sinergia con le competenze cliniche umane per elevare gli standard di cura, rispondendo in modo più efficace alle esigenze dei pazienti”. A fare il punto su questi due scenari sono gli ortopedici che oggi a Roma aprono il 107esimo Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot). Intelligenza artificiale, chirurgia robotica, ortobiologia e medicina rigenerativa, protesi di ginocchio e attività sportiva, evoluzione nelle tecniche chirurgiche nella traumatologia, protesi personalizzate di caviglia, ritorno allo sport dopo lesioni legamentose al ginocchio nel professionista e nello sportivo amatoriale: sono solo alcuni dei temi in agenda.  

“Tra le novità di questa edizione – dichiarano Francesco Benazzo e Pietro Cavaliere, presidenti del congresso che proseguirà fino al 31 ottobre – abbiamo voluto dare un’impronta speciale accogliendo per la prima volta nazioni ospiti, cioè le cosiddette Guest Nation, quest’anno Brasile e Colombia, i cui relatori saranno coinvolti all’interno delle tavole rotonde e delle sessioni scientifiche della Siot e ognuno porterà l’esperienza del proprio Paese nell’ottica di un maggiore arricchimento di tutti noi ortopedici. Un’altra novità del congresso di quest’anno è la Siot 24 Experience, cioè un percorso obbligato di apprendimento per oltre 50 specializzandi nominati dai direttori delle loro rispettive scuole, che ascolteranno i dibattiti e seguiranno sessioni scelte per loro realizzando un determinato percorso formativo per tutti i 3 giorni all’interno delle sessioni scientifiche. Vogliamo ringraziare i colleghi, la Siot tutta e l’organizzazione per aver contribuito alla realizzazione del Congresso Siot 2024”. 

La cerimonia inaugurale di questo pomeriggio ospita la Lectio magistralis ‘Italia: il nuovo melting pot in Europa? Il futuro dell’ortopedia nella nuova società italiana’, alla quale interverranno Javad Pavizi, ortopedico di fama mondiale che racconterà la sua esperienza di immigrato fuggitivo dall’Iran dopo la caduta dello Scià, arrivando fortunosamente prima in Inghilterra e poi in America, e Vincenzo Denaro, direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, che offrirà un’analisi dell’ortopedia di oggi.  

“Si apre una nuova edizione del nostro Congresso nazionale – afferma Alberto Momoli, presidente Siot e direttore Uoc Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Bortolo, Vicenza – un’opportunità di grande confronto e dibattito tra i numerosi esperti nazionali e internazionali che ospiteremo durante le 3 giornate. Il Congresso nazionale vuole essere il momento di sintesi non solo delle tematiche relative alla ortopedia e traumatologia, ma anche un’occasione di condivisione di studi ed esperienze, con uno sguardo attento rivolto sempre ai giovani specializzandi che sono il futuro della nostra professione”.  

Aggiunge Pietro Randelli, direttore I Clinica Ortopedica, Istituto Ortopedico Gaetano Pini-Cto, Milano e vice presidente Siot: “Il 107° Congresso Siot si caratterizza per la messa a fuoco di tutte le più importanti tecnologie che oggi possiamo utilizzare per la protesizzazione delle grandi articolazioni. Oggi sappiamo che al chirurgo è richiesta una precisione assoluta in sala operatoria e che gli impianti inseriti con massima precisione possono assicurare risultati eccellenti in più del 90% dei pazienti. Per questa ragione abbiamo inserito nel programma numerosi simposi e letture riguardo la chirurgia robotica e riguardo la personalizzazione delle protesi. In particolare, per quel che riguarda la protesizzazione personalizzata con protesi su misura, questa sembra essere un futuro ormai prossimo”. 

Di protesi di caviglia parla Bruno Magnan, direttore Uoc. Ortopedia e Traumatologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. “Oggi in Italia registriamo circa un migliaio di interventi”, riferisce, e “i numeri sono aumentati se li confrontiamo con gli anni ’90 in cui ci attestavamo sui 100-150 interventi all’anno, realizzati in soli 3 centri pilota. All’inizio degli anni 2000 siamo arrivati a 400-450 interventi e oggi siamo intorno ai 900/1.000 interventi in circa 8-10 centri in Italia. La fascia di età oggi per una protesi di caviglia è tra i 40 e i 75 anni; dal momento che nessun impianto è eterno, i pazienti più giovani dovrebbero considerare che nella vita potrebbero dover affrontare un secondo intervento. Una protesi, in generale, ha un ciclo di sopravvivenza di circa vent’anni. Le novità riguardo le protesi di caviglia sono principalmente due: la prima – illustra lo specialista – riguarda le strumentazioni paziente-specifico (Patient Specific Instrumentation, Psi): si inviano le tomografie computerizzate nei laboratori che studiano il caso e che preparano delle mascherine di taglio preconfezionate personalizzate per il paziente. Questo rappresenta un passo intermedio per arrivare alla robotica che per le protesi di caviglia ancora non esiste. La seconda grande novità sono le protesi custom made: sulla base della Tc della caviglia sana si ricostruisce virtualmente la perdita ossea e la protesi ‘personalizzata’ viene infine realizzata mediante stampa 3D”. 

Riflette sull’Ai Erika Maria Viola, Uoc Ortopedia e Traumatologia Asst Cremona, Presidio Ospedaliero di Cremona. “Come ortopedici e traumatologi, dedicati quindi al trattamento delle malattie e degli infortuni dell’apparato muscolo-scheletrico – illustra – stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione grazie all’applicazione di Ai: le tecnologie avanzate offrono una maggior sensibilità in tema di diagnosi, la possibilità di implementare tecniche chirurgiche consolidate e la possibilità di ideare, valutare e rendere rapidamente riproducibili tecniche chirurgiche innovative. I pazienti dal canto loro possono usufruire di metodiche altrettanto innovative che li accompagnano durante i percorsi di guarigione e di riabilitazione, fornendo loro un feed back motivante e, nello stesso tempo, rendendo più oggettivo e continuo il monitoraggio dei risultati da parte dei professionisti della salute. La precisione è quindi senza precedenti e consente se necessario di personalizzare il trattamento in tempo utile. Sempre nell’ambito di una eventuale necessaria personalizzazione – prospetta l’esperta – è e sarà in futuro ancor più possibile operare scelte basate su un’esperienza condivisa e ponderata di casi analoghi”. 




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