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Elezioni Francia, Macron studia alleanze locali per fermare Le Pen

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(Adnkronos) –
Rassemblement National al 33-34% nel primo turno delle elezioni legislative in Francia. Marine Le Pen non rinuncia a puntare alla maggioranza assoluta in vista del secondo turno, in programma domenica 7 luglio. Per fermare la destra, che mira alla maggioranza assoluta di 289 seggi, si lavora a un ‘fronte’ che, secondo i media transalpini, rientra nelle strategie del presidente Emmanuel Macron. 

Il presidente francese ha convocato per le 12 di oggi una riunione di governo all’Eliseo come scrive Le Figaro, citando fonti di governo. Il primo ministro Gabriel Attal e i suoi ministri si riuniranno, quindi, attorno a Macron per studiare le strategie da mettere in campo per fronteggiare l’estrema destra. 

”Il primo turno delle elezioni legislative” che si sono svolte ieri in Francia ”segna una sconfitta per la nostra maggioranza, la maggioranza del presidente” Emmanuel Macron. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze Bruno Le Maire. ”Il vero rischio è che il partito di estrema destra Rassemblement National vinca la maggioranza assoluta”, ha aggiunto Le Maire intervistato da France Inter. ”Occorre fare di tutto per far sì che Rn non ottenga la maggioranza assoluta. Restano 7 giorni per evitare che questo accada”, ha dichiarato. 

Il partito di estrema destra Rassamblement National (Rn) ha raggiunto il 33 per cento dei voti al primo turno delle elezioni legislative anticipate che si sono svolte ieri in Francia. Lo confermano i dati del ministero degli Interni di Parigi. Al secondo posto la coalizione di sinistra Nouveau Front Populaire (Nfp) con il 28 per cento delle preferenze. Solo terza la coalizione Ensemble del presidente francese Emmanuel Macron che si è fermata al 20 per cento. 

E’ la prima volta che Rn ottiene oltre il 20 per cento dei voti in un’elezione legislativa e pone le condizioni perché il partito riesca a formare un governo di estrema destra per la prima volta in Francia. 

I deputati del parlamento francese vengono eletti con voto a due turni in 577 collegi elettorali, dove le dinamiche locali giocano un ruolo importante. In ogni circoscrizione, se nessun candidato ottiene il 50% dei voti al primo turno, i primi due candidati avanzano al secondo turno, così come qualsiasi altro candidato che abbia ottenuto il sostegno di almeno il 12,5% degli elettori registrati. Il candidato con il maggior numero di voti al secondo turno vince il seggio come membro del Parlamento. E’ evidente che due candidati ‘anti Le Pen’ in un singolo collegio finirebbero per fare il gioco dell’esponente di RN in lizza. Quindi, l’obiettivo degli avversari della destra è limitare il numero di ‘triangolare’ e convogliare i voti verso il candidato in grado di imporsi. 

Il capo dello Stato avrebbe per questo chiesto di studiare la situazione di ogni circoscrizione per trovare alleanze, anche con i candidati de La France Insoumise, per bloccare il RN di Le Pen e Jordan Bardella. Secondo l’emittente Bfmtv, nella mattinata di lunedì 1 luglio è prevista una nuova “riunione strategica” all’Eliseo.  

A tracciare la linea in maniera esplicita, in una nota, è la coalizione presidenziale Ensemble pour la République, la coalizione presidenziale, che chiede ai propri candidati arrivati terzi nei vari collegi di abbandonare “a vantaggio dei candidati in grado di battere il Rassemblement National. Di fronte alla minaccia di una vittoria dell’estrema destra, chiediamo a tutte le forze politiche di agire con responsabilità e fare lo stesso”.  

Le basi del dialogo ‘anti Le Pen’ sono state gettate, a giudicare dalle parole di Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, che fa parte del Nouveau Front Populaire. “Ritireremo la nostra candidatura” in caso di “triangolare” al secondo turno di domenica prossima. La nostra indicazione è semplice – afferma Mélenchon – neanche un seggio in più per il Rassemblement National”. 

“Sosterremo il candidato in grado di battere il Rassemblement National”, fa eco Raphaël Glucksmann, leader della Place Publique, rivelazione della sinistra alle elezioni europee del 9 giugno. “Abbiamo sette giorni per evitare alla Francia una catastrofe”. 

 




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