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Raid su centro di Gaza, Unrwa: “Israele prepara operazione su larga scala a Rafah”

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(Adnkronos) –
Raid di Israele in due aree della parte centrale della Striscia di Gaza. A riferirlo è Al Jazeera del Qatar. “Israele sta preparando un’operazione militare su larga scala a Rafah”, ha dichiarato alla Tass Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa). “Il mio timore in questo momento è quello che l’esercito israeliano stia pianificando di fare, sia che ci sia assistenza militare (a Israele da parte degli Stati Uniti) o meno. Sembra che ci si stia preparando a un possibile intervento militare su larga scala a Rafah”, ha dichiarato. 

“Siamo tutti estremamente preoccupati per la probabilità di un’offensiva a Rafah. Ci sono più di 1,45 milioni di sfollati già concentrati nel sud”, ha sottolineato Lazzarini. “Un’operazione del genere avverrebbe in mezzo al mare umano. Noi crediamo, ma non solo noi, che la comunità internazionale e tutti gli Stati membri abbiano indicato che questa offensiva non dovrebbe avere luogo, che si dovrebbero esplorare strade diverse”, ha detto il capo dell’Unrwa. 

L’idea che un’operazione di terra possa iniziare a Rafah è “molto preoccupante”, ha detto. “La gente è molto ansiosa perché non sa dove andare”, ha aggiunto, notando che a Gaza non c’è un posto sicuro dove evacuare. “Non c’è dubbio che se un’offensiva di questo tipo andrà in porto, avremo altre migliaia di persone uccise”, ha affermato ancora il capo dell’UNRWA. “E non capisco come, dopo un numero così elevato, l’indignazione della comunità internazionale non sia ancora riuscita a porre fine a questa uccisione, a questo massacro. E non capisco perché questo non abbia ancora portato a un cessate il fuoco”, ha detto. “Credo che il cessate il fuoco potrebbe salvare migliaia di vite. E l’assenza di un cessate il fuoco significherà più persone uccise”, ha concluso. 

Analista iraniana: “Attacco Israele a Rafah può scatenare guerra regionale”
 

L’annunciata operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, “ha il potenziale per scatenare una guerra regionale” dal momento che “incita le opinioni pubbliche nei Paesi arabi contro i loro leader”, ha affermato in un’intervista all’Adnkronos Afifeh Abedi, ricercatrice su questioni di politica estera presso il Center for Strategic Research (Csr) di Teheran, uno dei principali think tank della Repubblica islamica, mentre si moltiplicano gli appelli internazionali al governo Netanyahu a desistere dall’avviare un attacco contro Rafah. 

Secondo Abedi, l’obiettivo di Israele è di “occupare Gaza e trasformare le sue strutture sociali, economiche e politiche in quelle israeliane”. L’operazione prevista a Rafah fa parte degli “sforzi in corso di Israele per indebolire Hamas e garantirsi l’accesso a Gaza”, spiega l’analista, secondo cui, tuttavia, l’emergere di “una nuova dimensione di crimini”, come la scoperta di fosse comuni, rende “sempre più difficile la capacità di Washington di continuare a sostenere Israele”. 

Per quanto riguarda l’Iran, ha precisato, le sue richieste sono sempre quelle che Israele cessi i suoi attacchi contro Gaza e Rafah, che si ritiri completamente da Gaza e che gli abitanti di Gaza ritornino nelle loro case. “Su questa base continuerà a tenere consultazioni regionali e internazionali”. 

Intanto migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza ed elezioni anticipate che portino a un governo diverso da quello guidato dal premier Benjamin Netanyahu. Come riporta il Times of Israel, i manifestanti hanno bloccato l’autostrada Ayalon in direzione nord fino all’intervento della polizia. Sono anche scoppiati scontri tra gli agenti e i manifestanti con il fermo di Ayala Metzger, la nuora dell’ostaggio Yoram Metzger, poi rilasciata. Meirav Svirsky, sorella dell’ostaggio Itay Svirsky ucciso mentre era rapito, ha chiesto al governo israeliano di non inviare forze a Rafah per evitare la morte di altri ostaggi. Einav Zangauker, madre dell’ostaggio Matan Zangauker, ha affermato che il primo ministro Netanyahu sta ”sacrificando” suo figlio e il resto degli ostaggi. 

Ad alimentare ancora di più le proteste la pubblicazione, ieri da parte di Hamas, di un video che mostra vivi due ostaggi israeliani catturati durante gli attacchi del 7 ottobre: Omri Miran, 46 anni e Kith Segal di 64 che cittadinanza anche americana. “Qui la situazione non è piacevole, è difficile, ci sono molti bombardamenti. A volte abbiamo la sensazione che stia peggiorando. Chiedo al primo ministro e all’intero governo di partecipare ai negoziati”, afferma Siegel nel video chiedendo poi ai familiari degli ostaggi di “fare tutto il possibile e continuare con le proteste” per portare ad un accordo. “Ho visto varie volte le manifestazioni a Tel Aviv e Gerusalemme”, ha aggiunto nel video, in cui non compare una data, ma c’è un riferimento alla Pasqua ebraica, la festività di Pesach che si sta celebrando tra il 22 e il 29 aprile. Gli ostaggi sottolineano inoltre di essere prigionieri da 202 giorni. 




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