“Siamo in piena emergenza, l’acqua viene fornita dal Consorzio in modo saltuario e parziale, non ne abbiamo abbastanza per abbeverare gli animali. Molte aziende stanno macellando i capi per ridurre il carico e, purtroppo, la prospettiva per tante altre è questa”. A dirlo all’Adnkronos è Massimo Primavera, direttore della Coldiretti di Caltanissetta, che non nasconde la “drammaticità” della situazione vissuta dalle tante imprese zootecniche del comprensorio. “Caltanissetta è un’area quasi totalmente non servita dai Consorzi di bonifica che forniscono acqua a uso irriguo – spiega -. C’è, invece, un Consorzio di bonifica, il Consorzio del Salito, che dà acqua potabile. La conseguenza? Prima di arrivare alle aziende zootecniche la fornitura è drenata dalle abitazioni lungo il percorso, il flusso non arriva con regolarità agli allevatori”. Nei giorni scorsi un vertice in Prefettura, a Caltanissetta, è servito a fare il punto sulla situazione. E a cercare soluzioni per rendere disponibile l’acqua necessaria ad abbeverare gli animali.
“Stiamo cercando di operare con forniture di soccorso grazie all’intervento dell’Ispettorato forestale che ha messo a disposizione una cisterna per acqua potabile”, spiega Primavera. Secondo una prima ricognizione le aziende in emergenza da rifornire sono una sessantina. Un elenco stilato dai sindaci della provincia. “Se ci sono sessanta imprese che necessitano di acqua e la cisterna della Forestale da 15-20mila litri può fare due viaggi al giorno, significa che tra una fornitura e l’altra passano non meno di 30 giorni”. Un tempo inconciliabile con le esigenze degli imprenditori zootecnici. “Stiamo cercando di fare una ricognizione dei pozzi e delle sorgive che ci sono a Caltanissetta – dice ancora il direttore di Coldiretti Caltanissetta che domani incontrerà il sindaco – per vedere come organizzare ulteriori soluzioni di emergenza”.
“Le aziende sono andate avanti sino a oggi con le riserve che avevano, ma adesso invasi e laghi sono praticamente prosciugati”, ammette Primavera. La soluzione è comprare l’acqua. “Lo abbiamo fatto più volte perché non possiamo lasciare gli animali senza bere”. Così, nella Sicilia assettata le cisterne private continuano a viaggiare. “Basta pagare e arriva la cisterna. Non so se sia il caso, vista la gravissima emergenza che viviamo, di pensare a requisizioni”. In provincia di Caltanissetta le aziende di medie dimensioni – la maggioranza – con stalle da 40-60 bovini e un centinaio di ovicaprini sono circa 200. “Poi ci sono quelle anche con 300 capi”, avverte Primavera, spiegando che “con una cisterna da 10mila litri fai due/tre giorni e il costo medio è di 150-250 euro a cisterna”. I conti sono presto fatti. “Ogni azienda zootecnica spende almeno 500 euro a settimana per l’acqua. Un costo insostenibile, anche perché sono imprese che non hanno prodotto nulla”.
E i provvedimenti a cui lavora il Governo regionale per fronteggiare l’emergenza siccità? “Le misure annunciate da Schifani sono di ampio respiro, un piano per la crisi idrica regionale che deve ‘atterrare’ su territori. Aspettiamo di conoscere le fasi operative – dice Primavera -. E’ ora che si cominci a elaborare un vero progetto per l’acqua in Sicilia, con i Consorzi di bonifica commissariati da 30 anni. Nel frattempo, però, dobbiamo dare da bere agli animali, è un’emergenza che va gestita adesso. Non c’è più tempo. Bisogna trovare le soluzioni per reperire l’acqua e i mezzi per intensificare le forniture di soccorso. Alla politica chiediamo che i Consorzi di bonifica siano affiancati dalle Consulte dei produttori agricoli, serve sedersi a un tavolo e fare strategia insieme. Noi non ci arrendiamo e faremo di tutto perché non si disperda il patrimonio zootecnico siciliano che è una ricchezza”, conclude il direttore di Coldiretti Caltanissetta.