“Vogliamo ancora una volta evidenziare quella che nei giorni scorsi, in uno specifico dossier commissionato dalla nostra associazione e presentato alla stampa, abbiamo definito ‘anomalia siciliana’: una situazione oltremodo intollerabile che grava con costi eccessivi sul sistema dei rifiuti in Sicilia e ha un impatto negativo sui bilanci comunali, sulle tasche dei cittadini e sull’economia dell’Isola”. Lo ha detto il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, intervenendo a Roma alla presentazione del XIII rapporto Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo. Il presidente Amenta, durante il suo intervento, ha esposto alcuni dei dati contenuti nel dossier. “Malgrado la raccolta differenziata nel 2022, secondo Legambiente, abbia superato il 65% in 274 Comuni siciliani, per una popolazione complessiva di 2.386.559 abitanti – ha spiegato -, i prezzi praticati in Sicilia sul trattamento, conferimento in discarica, selezione e compostaggio, sono abbondantemente superiori rispetto a quelli praticati nel resto d’Italia”.
“Siamo, di fatto, al paradosso – ha proseguito Amenta -: nella nostra Isola un chilo di rifiuti indifferenziati in discarica costa 0,38 centesimi, mentre un chilo di arance ne costa 0,40. Paghiamo cioè la spazzatura quasi come il cibo che mangiamo. A questo quadro già piuttosto grave vanno aggiunte le diverse situazioni di criticità presenti nel territorio siciliano che è necessario risolvere. Tra queste il miglioramento della logistica dei trasporti, l’efficienza delle stazioni di trasferenza e della preparazione e avvio al riciclo vista la mancanza, o inadeguatezza, di impianti di compostaggio e di pretrattamento”. A conclusione del suo intervento il presidente Amenta ha chiesto che sul sistema integrato dei rifiuti in Sicilia si avvii con il Conai uno specifico momento di confronto.