Palermo, 27 dic. – Prende la fialetta con delicatezza, la solleva leggermente e la mostra ai giornalisti tenendola con due dita. Poi, emozionato, dice con voce rauca: “Oggi inizia la più grande vaccinazione di massa della storia dell’umanità”. Francesco Gervasi è il responsabile del laboratorio di Oncologia biomolecolare dell’Ospedale Civico di Palermo dove vengono conservati i vaccini in Sicilia. Sono da poco passate le 11.30 e sulle due poltroncine, con lo stemma della Regione siciliana, sistemate all’ingresso del reparto, siedono Massimo Geraci, il primario del Pronto soccorso dell’ospedale e l’infermiera Rosalba Setticasi. Sono loro i primi due operatori sanitari a essere vaccinati in Sicilia. In questi mesi, soprattutto da settembre in poi, hanno visto morire decine di pazienti per Covid. Anche giovani e senza patologie pregresse. Il dottor Gervasi entra accompagnato dal Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza e dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Sono tutti emozionati. “Oggi è una grande giornata”, dicono.
Sono le 11.45 quando una infermiera, bardata con tutti i dispositivi di protezione, inocula la prima dose di vaccino al dottor Geraci. Il medico prima di sedersi toglie il maglione bianco di lana che indossa, poi resta in maglietta bianca, solleva la manica e tiene il pollice insu. Di fronte a lui decine di fotografi e operatori televisivi, tutti pronti a immortalare il “momento storico”, come dice ancora Gervasi. Ed eccolo fatto, il primo vaccino in Sicilia. Pochi istanti dopo toccaalla coordinatrice infermieristica della Rianimazione Covid dell’ospedale Civico di Palermo, Rosalba Setticasi. I due si lanciano un cenno di complicità. L’infermiera non riesce a contenere la sua gioia. “Oggi è una bellissima giornata – dice – un giorno di speranza.Per sperare di potere ricominciare. Voglio dedicare questo vaccino a tutte quelle persone che hanno perso una persona cara per Covid. Il mio pensiero è rivolto a loro…”.
A pochi metri da lei c’è Massimo Geraci, capelli brizzolati, sembra quasi imbarazzato per tutta l’attenzione di tv e giornali per lui. “Per me è un onore essere qui oggi – dice – ma oggi è il giorno della responsabilità”. “E’ una giornata improntata a un messaggio di responsabilità nei confronti degli operatori sanitari – dice ancora – e di tutti i cittadini. In particolare degli operatori sanitari che nel momento della scelta professionale hanno accordato fiducia incondizionata alla scienza. E la scienza indica che le malattie infettive si combattono con il proseguimento dell’immunità di gregge che ho preferito definire ‘immunità solidale’. Si ha la possibilità di una scelta libera e responsabile. Oggi diamo un messaggio a tutti gli operatori sanitari”.
Eppure ci sono tanti medici e infermieri, o operatori in Rsa che hannogià annunciato di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi. “Non riesco a capire i colleghi e gli altri operatori sanitari che non si vogliono sottoporre al vaccino – spiega – Non riesco a concepire nessun tipo di perplessità rispetto alla straordinarietà di questa esperienza che stiamo vivendo”. “In questa emergenza pandemica molto è stato straordinario, tutto è stato improntato alla resilienza”, dice. “Questo è un momento fondamentale in cui l’uomo si confronta con la natura”, aggiunge. “Mi auguro che tutti i colleghi e gli operatori sanitari si facciano vaccinare contro il coronavirus. Si tratta di una scelta che mi piace sia libera in questo momento ma deve essere responsabile. La scelta del singolo è legata a tutti.
Ed è il giorno in cui il governatore siciliano Nello Musumeci annuncia che “entro metà settembre verranno vaccinati oltre 3milioni e mezzo di siciliani”. “Sono previste due fasi – spiega il Presidente della Regione siciliana- la prima comincerà la prossima settimana e durerà fino a metà aprile e poi dalla fine di aprile fino a metà settembre, se il calendario non dovesse subire intralci o intoppi, ci sarà l’altra fase per le vaccinazioni”. “Prima tocca al personale ospedaliero – dice – poi ai vecchi, che ipocritamente vengono chiamati ‘anziani’ ma sono vecchi, poi tocca agli anziani, e poi ai giovani di una certa età fino a raggiungere i 16 anni”. “Con la speranza che non ci siano diffidenze da parte della gente, perché non abbiamo alternative al vaccino, pur con le riserve che ognuno può alimentare. Ma deve essere una scelta anche sofferta se serve”. Ma qual è il rapporto attuale tra la Regione siciliana e il Governo Conte? “In questo momento non sono ammesse incomprensioni tra le istituzioni dello Stato, dobbiamo rinnovare questo sentimento improntato alla collaborazione – spiega Musumeci – Stiamo rispettando il calendario che il governo nazionale ci ha affidato, speriamo non ci siano intoppi nella fornitura del vaccino. Noi ci siamo fatti trovare pronti”.
Non riesce a nascondere il suo entusiasmo Renato Costa, il commissario per l’emergenza Covid a Palermo che al suo arrivo all’ospedale Civico per la prima somministrazione del vaccino dice: “Finalmente la luce”. “Da oggi in poi – spiega – le battaglie hanno una motivazione in più, abbiamo lo strumento che ci metterà nelle condizioni di essere ancora più attenti nei nostri comportamenti”. “E i prossimi giorni – spiega ancora Costa – ci serviranno per capire come proseguire”. Si dice, dunque, convinto che “entro giugno la stragrande maggioranza dei palermitani sarà vaccinata”. E aggiunge: “Entro alcuni mesi dovremmo essere pronti per la vaccinazione di massa. In questo modo potremo vaccinare buona parte della cittadinanza”. Per l’assessore regionale alla Salute della Sicilia, Ruggero Razza “è importante che la somministrazione del vaccino sia partito nello stesso momento per tutti, in Sicilia, in Italia, in tutta Europa. E’ un messaggio davvero importante di condivisione con tutti i cittadini”, come ha detto all’Adnkronos. E annuncia: “Anche in Siciliasi prosegue con la fase uno che prevede operatori sanitari, sociosanitari, residenze sanitarie assistenziali dove ci sono anziani ed il loro personale. Lo step successivo saranno gli over 80 che in Sicilia sono numerosi, oltre 350 mila – dice Razza – la campagna vaccinale occuperà buona parte del 2021”. Intanto all’ospedale Civico si prosegue con le prime somministrazioni.Nel pomeriggio tocca alle prime Rsa. Tra gli anziani vaccinati in una Rsa anche una donna di 93 anni. In tutto sono circa 80 le dosi di vaccino somministrate oggi in Sicilia. E nei prossimi giorni si continua.
(Elvira Terranova/Adnkronos)