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Leggere l’arte: Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden di Lucas Cranach il Vecchio

Come comprendere un’opera d’arte in maniera autentica e utilizzabile per la propria vita quotidiana

Vi potrà capitare di vedere distrattamente un quadro di questo genere e rimanerne totalmente affascinati o totalmente indifferenti. Fatto sta che quando visitiamo un museo normalmente abbiamo tre opzioni:

  • O siamo degli studiosi e quindi sappiamo tutto e vediamo tutto, ma perdiamo il senso della ricerca e dello stupore sintonizzati tra le date e le tecniche pittoriche;
  • O siamo delle “capre”, in “senso artistico”, perché nessuno ci ha spiegato come guardare veramente l’arte (dipinti, statue, palazzi ecc.) e quindi non abbiamo nessuna reazione;
  • O abbiamo un’insaziabile curiosità e una sorta di “analfabetismo di ritorno”, perché pensiamo che stiamo vedendo qualcosa di “meraviglioso” ma non ne capiamo né il senso e né il significato che potrebbe essere utile alla nostra vita quotidiana.
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Io mi auguro che i lettori di questo articolo e di altri che ne seguiranno, abbiano questa sindrome chiamata “analfabetismo di ritorno”, considerando che le opere d’arte, e i simboli che si ritrovano all’interno di esse erano più chiare e note ai nostri antenati, realmente “analfabeti”, che a Noi Contemporanei che sappiamo “leggere, scrivere e fare di conto”. Coloro che di fronte ad un’opera d’arte a livello simbolico non capiscono una emerita “mazza”, i cosiddetti “profani” e “illetterati”, coloro che ne sono “attratti” e non sanno spiegare il perché, quelli che nessuno li “calcola” perché non servono all’evoluzione della “razza intellettuale”: Ecco quelli siamo “noi”, e io permetto di essere una di “quelli” che tra di “noi” finalmente ci possiamo aiutare!!!

Qui siamo di fronte al Giardino dell’Eden: Adamo, Eva, Dio, il Serpente di Lucas Cranach il Vecchio, nato il 1472 a Kronach in Germania e morto nel 1553. Il “cognome” con cui è noto è un toponimico, perché deriva dalla città natale.  Fu uno dei principali interpreti della scuola danubiana e della Riforma luterana nell’arte, perché incontrò e conobbe Martin Lutero, il propugnatore del Protestantesimo. Lucas Cranach detto il Vecchio, perché suo figlio sarà detto il Giovane, era figlio di pittore e padre di pittore. Dipinse temi sacri, mitologici, nudi ideali, allegorie morali, scene di caccia e propaganda luterana. Questo dipinto del 1530 si trova al Kunsthistorisches Museum, di Vienna. In primo piano: ritroviamo il Divieto di Dio ad Adamo ed Eva: Dio ribadisce ai due di “non” mangiare dall’Albero del Bene e del Male o all’Albero della Conoscenza, ma a ben vedere come se fossimo in un film, già tutto questo è successo, poichè in fondo al quadro viene raffigurato da destra verso sinistra

  • La creazione di Adamo;
  • Il serpente con le sembianze di donna che offre il frutto proibito, ma Eva ne tiene in mano un altro e Adamo già ne morde ancora un altro, quindi siamo di fronte a tre frutti;
  • La creazione di Eva dalla “costola” di Adamo: ma questo non doveva avvenire prima?
  • Adamo ed Eva che si nascondono perché l’occhio di Dio dalla nuvola li ha visti: ma se si trova “fisicamente” in primo piano ad avvisarli prima che commettessero il peccato, quando è successo quello che viene rappresentato dopo?
  • La cacciata dell’Angelo con la spada di fuoco, che sta sempre a dire “che non potete più rientrare nel Giardino dell’Eden”.

E se il nostro Cranach il Vecchio ispirandosi a Lutero, sviluppa la concezione agostiniana del peccato originale e cioè l’impossibilità dell’uomo di compiere il bene: l’uomo è schiavo della “concupiscenza” già privato del libero arbitrio, e quindi già posseduto del peccato originale che gli avrebbe permesso di scegliere fra bene e male. Quindi soltanto attraverso la Grazia, con la redenzione messianica, avrebbe potuto riacquistarlo, superando il peccato ereditato dalla colpa originale. Per il quale appunto venne data la Legge da Dio al popolo da lui eletto. Quindi uno dei motivi fondamentali per cui nasce la religione protestante: la pratica delle “Indulgenze” ovvero la possibilità di cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un peccato: non attraverso un sincero pentimento, ma con la “vendita” attraverso un corrispettivo in denaro.

Ma guardiamo ancora il quadro: a destra della coppia adamitica in prima vista cosa vediamo? Un Veltro difensore della Fede “il cane levriero da caccia” che è stato “addomesticato” dalla “cupidigia” della Chiesa Cattolica, che ritroviamo pure nella Divina Commedia, e l’Unicorno il simbolo dell’Immortalità dell’Anima che possiamo ancora recuperare, con la redenzione nella fede nei confronti di Dio. Quella “vera” senza “corrispettivi” materiali.

E qui ci fermiamo: perché interpretare il gesto che fa Dio, il gesto che fa Adamo, e l’atteggiamento e lo sguardo di Eva, meriterebbero un’altra spiegazione di un più lungo “intrattenimento letterario”. Questo era solo l’inizio di un lungo viaggio attraverso la lettura dei simboli dell’arte pittorica in cui vi accompagneremo. Per intanto vi chiediamo, se volete, da “analfabeti di ritorno”, di osservare il quadro con “occhi nuovi”, senza pensare da un punto vista cognitivo, come se foste dei “bimbi di fronte alla cioccolata, tanto agognata”, che tutti vi hanno promesso e che in realtà “vi potete concedere da soli”.

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
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