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Corsa al bunker e safe room, imprenditore italiano “richiesta in aumento”

Corsa al bunker, l’imprenditore italiano, ‘richiesta in aumento’

Roma, 3 mar. – (Adnkronos) – Bunker, panic room e safe room. In Italia il timore della guerra e la minaccia nucleare spingono la richiesta, egli imprenditori del settore confermano. “La richiesta c’è sempre stata ma è sicuramente in aumento”, dice all’AdnKronos il titolare di ArkSafe, azienda specializzata nella sicurezza. Ha la sua sede a San Bassano, in provincia di Cremona, “vicini alla Svizzera che è un bell’esempio di come di previene il rischio e di come si costruisce la sicurezza, cose previste per legge”.

 

In Svizzera, una legge degli anni ’60 rivista nel corso dei decenni, ha reso obbligatoria la dotazione di un bunker sotterraneo per ogni costruzione. Nei comuni che non hanno abbastanza rifugi sotterranei privati interviene l’amministrazione che deve provvedere a costruirne per proteggere all’occorrenza gli abitanti. “Dai noi c’è un’altra mentalità anche se ultimamente la richiesta sta crescendo anche qui”, dice l’imprenditore.

Quali sono le caratteristiche di un bunker? “Dipende. Prima si fa un’analisi preliminare, del contesto, del livello di sicurezza che si vuole ottenere…”. Costi? “Chi dice i prezzi non dice niente, perché dipende da che tipo di rifugio si vuole realizzare, come lo si attrezza, il livello di sicurezza. Si può fare un rifugio a 5 stelle o grezzo. La prima cosa per noi è la privacy che va sempre e comunque tutelata”.

 

 

 

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