Palermo, 5 apr. (Adnkronos) – Sette tir carichi di merce sono già andati e tornati dal confine con l’Ucraina, “ma sono ancora pochi rispetto a quelli che potrebbero partire e portare aiuti alle migliaiadi profughi in fuga dalla guerra”. A parlare con l’Adnkronos è Emilio Pomo, responsabile del Roe Sicilia, l’organizzazione che dall’inizio del conflitto in Ucraina si è occupata di coordinare le operazioni di volontariato nell’isola. All’inizio della guerra, l’obiettivo era stato mettere in moto la macchina della solidarietà per raccogliere viveri e beni di prima necessità da inviare alla popolazione. “Adesso – sottolinea – il problema principale è evitare che tutta questa merce raccolta vada persa perché non ci sono i camion che la trasportano. Ci saranno più di 750 quintali di aiuti umanitari raccolti nel Padiglione della Fiera del Mediterraneo di Palermo e ancora abbiamo tantissimi prodotti da ritirare”.
Farmaci, scatolame, generi di prima necessità per neonati e bambini, sono stati donati e raccolti da ogni parte dell’isola e adesso aspettano di poter partire per la Polonia dove sono attesi nei centri di accoglienza per i profughi. “Ogni viaggio costa circa 7.000 euro – spiega Pomo – Siamo riusciti, grazie al console polacco, a fare un accordo con una società di trasporti della Polonia per cui paghiamo solo le spese di benzina, 2.500 euro circa, ma abbiamo poche risorse economiche e adesso anche far partire i camion è diventato un problema”.
I volontari e le braccia ci sono, quello che serve sono i mezzi. “Associazioni, comuni, scuole e privati fino adesso ci hanno sostenuto- sottolinea il responsabile del Roe – e a chi può farlo continuiamo a chiedere un aiuto concreto. Perché questa non è un’emergenza che finirà domani e questa gente continuerà ad avere bisogno per molto tempo”.
Sette i viaggi di andata e ritorno fatti fino adesso. Dieci, circa, i giorni di viaggio per andare e tornare dalla Polonia. “Troppo pochi i primi – evidenzia Pomo – e troppo lunghi i secondi, sesi considera gli aiuti di cui hanno bisogno queste persone”. Camion che partono carichi di medicine, vestiti nuovi e scatolame – “inutile portare cibo di altro tipo, non hanno né gas né elettricità per cucinare, e inutili anche i soldi, non avrebbero come spenderli” – e tornano con donne, bambini, famiglie, che fuggono dall’orrore della guerra e della devastazione. “All’inizio superavano il confine con l’Ucraina ma non volevano andarevia – racconta Pomo – Volevano restare lì perché speravano di poter tornare presto nelle loro case. Adesso chiedono di partire, di venire in Italia”.
“Con un benefattore di Monreale stiamo organizzando l’arrivo di 55 famiglie che si trovano in un centro di accoglienza in Polonia e che vogliono venire in Sicilia – continua – Alcune rimarranno ospiti del Comune di Monreale, per altre è già arrivata da altri comuni la disponibilità di famiglie ad ospitarle. L’idea è quella di far partireun pullman carico di merce e farlo tornare con loro a bordo. E’ un lavoro continuo e le richieste sono tantissime”.