Sono momenti di attesa, questi.
Momenti nei quali ripercorriamo tutti gli anni trascorsi all’interno del nostro piccolo, amatissimo, preziosissimo teatro.
Attimi indelebili dipinti con volti, storie, spettacoli, amici.
Anni densi di lavoro e di fatica, ma anche di soddisfazione.
Soddisfazione che leggevamo nei vostri sguardi ogni volta che uscivate dalla sala, ogni volta che sul nostro “librone” scrivevate i vostri commenti, le vostre recensioni, le vostre emozioni più pure e più sincere.
Eravate solamente “utenti”, all’inizio. Ma alla fine siete diventati tutti amici. Nessuno escluso.
Abbiamo iniziato quest’avventura con incoscienza, l’abbiamo proseguita ogni giorno di più con consapevolezza e oggi, di fronte a questo momento inatteso, ci troviamo smarriti, dolenti, impotenti.
La stagione teatrale, lo abbiamo capito tutti, ormai è finita.
E noi, come voi, siamo in attesa di sapere quali saranno gli sviluppi degli eventi, come cambierà la nostra esistenza, come si evolverà il mondo dell’Arte. E, riteniamo un obbligo morale condividerlo con voi, non è detto che come piccola realtà potremo continuare a lavorare.
Se i teatri riaprono, infatti, dovremo affrontare la distanza di sicurezza e uno spazio di 50 posti darebbe ospitalità a non più di 20 persone a spettacolo.
Questo svilirebbe la natura della nostra piccola realtà, di quella che è diventata una “famiglia” dove ci si prende cura di ciascuno, con i nostri buffet offerti a fine serata, con le chiacchierate nel foyer o davanti ai camerini di attori e registi, con le nostre discussioni, confronti, risate, aneddoti e ricordi.
Il nostro, lo diciamo con orgoglio, è sempre stato un microcosmo ove la “quarta parete” veniva davvero abbattuta. E i nostri spettatori diventavano protagonisti delle nostre serate, delle nostre risate, delle nostre emozioni.
Adesso questa magia è finita.
O forse, ci piace almeno sognarlo, è solo interrotta.
Adesso c’è soltanto posto per tante domande “pratiche”.
Come potremo accogliervi tutti? E chi garantirà la sicurezza degli attori? Come faremo a fare fronte alle spese, visto che questo spazio non è di nostra proprietà e considerato che le responsabilità e gli oneri sono davvero tanti?
Tanti dubbi, tanti timori, poche risposte, ma una sola certezza.
Questo Viaggio lo abbiamo iniziato assieme: assieme abbiamo condiviso ogni attimo e ogni respiro, assieme abbiamo assistito a momenti artistici indimenticabili, assieme abbiamo vissuto il passare degli anni e l’evoluzione delle nostre Vite.
E noi ci siamo e ci saremo.
Non sappiamo ancora in quale forma e dimensione.
Ma il Teatro del Canovaccio è e rimarrà sempre la nostra Famiglia.
E anche la Vostra.
Il Teatro del Canovaccio.
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato come contributo esterno. Il contenuto non è quindi un articolo prodotto dalla redazione di Sicilia Report.