ENNA – “Tumori maligni, benigni e neuroendocrini del pancreas, dal percorso di diagnosi alla cura, ai bisogni dei pazienti”, si intitola così l’ultimo dei quattro eventi tenuti presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna e organizzati insieme alla Chirurgia generale dell’Umberto I di Enna, con l’obiettivo di aggiornare i medici di medicina generale su diagnosi e metodologie chirurgiche cliniche, adoperate nell’unità complessa del nosocomio ennese per quanto riguarda le patologie oncologiche addominali. “Basta con i viaggi della speranza”, questo uno dei messaggi lanciati dal presidente dell’Ordine dei Medici di Enna, Renato Mancuso direttore del corso e dal Primario di Chirurgia, Danilo Centonze, responsabile scientifico del ciclo di eventi. “Conoscere per indirizzare nei centri più vicini qual è, in questo caso, Enna. Oramai all’altezza di trattare chirurgicamente e in modo multidisciplinare queste patologie oncologiche”. L’obiettivo centrato, considerata la sala piena dell’ultimo appuntamento, era infatti mettere in stretta connessione i medici di medicina generale front-office sul territorio per tutte le patologie e gli specialisti ospedalieri e insieme fermare questa “emorragia” verso altre regioni, che spesso gravano sulle condizioni fisiche ed emotive del paziente e delle loro famiglie.
Ma torniamo all’ultimo tema trattato.
I tumori del pancreas si dividono in esocrino, quali: l’adenocarcinoma pancreatico, i carcinomi a cellule acinari, i pancreatoblastomi, i tumori cistici del pancreas e le neoplasie mucinose papillari intraduttali. Vi sono inoltre i tumori del pancreas endocrini quali: i tumori neuroendocrini o NET.
I tumori che colpiscono il pancreas sono la settima neoplasia maligna più frequente in Europa: ogni anno il cancro del pancreas colpisce infatti 11,6 uomini su 100 mila, e 8,1 donne su 100 mila ma questi dati sono in netto aumento. La frequenza dei casi di nuova diagnosi aumenta con l’avanzare dell’età e la maggior parte di essi interessa soggetti di età superiore ai 65 anni, poiché la malattia spesso inosservata, nella maggior parte dei casi trova una diagnosi quando il tumore si è già diffuso ad altri organi. Un medico di medicina generale vede un caso di k pancreas ogni cinque anni e – come ha dichiarato il primario Centonze – in reparto di Chirurgia arrivano sempre dopo esser passati dal Prontosoccorso, ciò vuol dire che hanno già ritardi diagnostici.
Come insorgono? La maggior parte dei tumori pancreatici ovvero il 90 per cento non è associato ad alcun fattore di rischio. I fattori di rischio aumentano la probabilità di sviluppare un cancro, ma non sono una condizione né necessaria né sufficiente affinché esso si sviluppi.
A oggi i principali fattori di rischio identificati sono riconducibili ai geni o mutazioni somatiche a carico dei geni KRAS (80 per cento) e P53 (50 per cento), associati al controllo della crescita del tumore. Il BRCA2 (dall’inglese BReast CAncer gene 2), responsabile dello sviluppo di sindrome neoplastiche ereditarie mammarie e ovariche, è stato dimostrato che sia implicato nell’insorgenza di alcuni tumori pancreatici; o rare malattie genetiche e ancora: il fumo, l’abuso di alcol, l’età tra 60 e ottant’anni, l’obesità e il diabete.
La dottoressa Noemi Rinaldi ha poi messo l’accento su una delicata tematica ovvero quella della sedazione palliativa, che restituisce dignità al paziente con k pancreas. Vi sono più tipologie di cure palliative che cambiano nel tempo e nella modalità di somministrazione: dalla sedazione palliativa temporanea o di sollievo, alla sedazione palliativa intermittente sino a quella continua e infine la sedazione d’emergenza che va attuata negli eventi catastrofici acuti. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: “non neghiamo ai pazienti la possibilità di conservare intatta la dignità di persona, senza dunque cadere e far cadere i familiari negli episodi più drammatici e cruenti della patologia”. Anche in questo evento formativo ha trovato spazio un focus sul supporto nutrizionale al paziente con K pancreas, di cui si occupa all’Umberto I l’anestesista Linda Rampello.
Durante la giornata, il primario Danilo Centonze ha voluto presentare un nuovo componente della sua equipe, specializzato in chirurgia vascolare, il dottore Nicola Accurso che darà un contributo importante al reparto anche se non esiste al suo interno un’unità di chirurgia vascolare.
I relatori sono stati i medici: Giuseppe Caputo, Paolo Di Mattia, Chiara Passarello, Noemi Rinaldi e Linda Scarpelli.