La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Stazione di Aci Catena a carico di un 42enne originario di Enna, indagato per “maltrattamenti in famiglia”, ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti, da parte del GIP del Tribunale di Catania, la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, eseguita dal medesimo Comando.
I fatti
Le indagini hanno fatto luce sulle condotte messe in atto dall’indagato nei confronti della convivente, una 40enne del posto .
La vittima, sottoposta negli anni ad un regime di vita vessatorio e umiliante, caratterizzato dalla denigrazione della sua persona e dal timore per la sua incolumità e per quella dei suoi figli, a fine gennaio scorso ha deciso di denunciare, riferendo ai Carabinieri di Aci Catena di essere stata abitualmente vittima di insulti, minacce e violenze da parte del convivente il quale, in più occasioni, avrebbe addirittura minacciato sia lei che la figlia maggiore che le avrebbe mandate a prostituirsi a Catania per portare i soldi a casa.
Data l’escalation delle violenze, la vittima si era convinta a denunciare e aveva anche deciso di contattare gli assistenti sociali.
L’indagato, appresa tale notizia, l’aveva minacciata e rientrato, nell’abitazione avrebbe rotto una sedia gettandola in terra. La donna, presagendo ben più gravi conseguenze, ha subito chiamato il numero unico di emergenza.
Neppure la presenza dei Carabinieri di Aci Catena, immediatamente intervenuti presso l’abitazione della coppia, dopo l’ennesimo episodio di minacce ha frenato l’insopprimibile tendenza dell’indagato al compiere azioni violente.
Il provvedimento
Tale grave episodio, unitamente alle dichiarazioni rese dalla vittima ai militari, ha indotto l’autorità Giudiziaria a ritenere che l’uomo andasse sottoposto a misura cautelare, mentre la vittima e i figli sono stati inseriti in una struttura protetta.