È stata una notte difficile quella trascorsa stanotte dai santantonesi. Due i fatti che hanno scosso la Città del Carretto Siciliano: un furto occorso ad una gioielleria in pieno centro storico e una serie di atti vandalici che hanno coinvolto il cuore della frazione di Lavina.
Sul luogo vittima dei rapinatori gli inquirenti hanno effettuato i dovuti rilievi, mentre la piazza vandalizzata mostra ancora i segni del gesto con il quale una o più persone si sono macchiati: il presepe distrutto e la statua di San Francesco, da anni presente, decapitata.
Il delegato Sindaco della frazione, cioè il Consigliere Comunale Salvo Conti, esprime rammarico: “Siamo profondamente colpiti, non immaginavamo potesse accadere una cosa del genere. Si tratta di un gesto volto a colpire un simbolo e questo ci lascia sbigottiti oltre che addolorati. Chiaramente la frazione di Lavina non rimarrà in ginocchio: tutto quello che si è provato a distruggere tornerà al suo posto e rilucerà con più forza, a dimostrazione del fatto che di fronte a un gesto ignobile ci sono nobili intenti pronti a dare nuovo vigore”.
Il Sindaco, Santo Caruso, riguardo la rapina manifesta tutta la sua amarezza e si dice vicino ai titolari della gioielleria: “Desidero anzitutto esprimere la mia vicinanza alla famiglia Panebianco, per la rapina che, in questa buia notte, ha coinvolto la loro gioielleria in centro storico. Un terribile e ignobile fatto che colpisce un luogo da molto tempo organico al tessuto sociale della nostra comunità. Un luogo che fa parte del nostro quotidiano, insomma, e che adesso appare ferito. Sono fortemente colpito e dispiaciuto, so che gli inquirenti sono già la loro e ripongo in loro la massima fiducia.
Sottolinea, poi, il suo sdegno per quanto accaduto a Lavina: “Non so se esistano forme diverse di vandalismo, ma se fosse così questa sarebbe lapeggiore! Non è davvero possibile riuscire ad immaginare qualcosa di più miserabile, stupido, ignobile, vigliacco di un gesto simile: prendere di mira il presepe e arrivare perfino a decapitare la statua di San Francesco, da 13 anni presente in quella piazza. Oltre all’aspetto sacrilego di un simile atto c’è tutta l’ignoranza e la codardia di una o più persone che non hanno chiaramente rispetto per nessuno se non – forse – per loro stessi. Nessun rispetto per i beni pubblici, per il Natale, per il lavoro di grandi e piccoli. E c’è probabilmente anche un violento disprezzo per la gioia che gli altri provano in questo periodo e che provano a far provare agli altri. Una gioia che gente così spregevole forse crede di provare nel distruggere dei simboli, senza rendersi conto che così facendo riempie ancor più di significato un periodo nel quale la luce si contrappone al buio. Loro rimarranno al buio, confinati in quel buio nel quale hanno agito e che hanno scelto per vivere, nella speranza però che si redimano; il presepe tornerà a vivere e la statua di San Francesco – questo è un impegno che prendo in prima persona – tornerà a rappresentare al meglio la fede, e tutto questo verrà fatto alla luce, sotto quella stessa luce che accoglierà questi vandali solo nel momento in cui chiederanno scusa, comprendendo il gravissimo gesto del quale si sono macchiati”.