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Aggredisce ripetutamente la compagna e la “tiene in ostaggio”, arrestato 35enne di Belpasso(CT)

La donna sarebbe riuscita ad uscire e grazie all’aiuto di un automobilista di passaggio avrebbe raggiunto il Comando Arma di Mascalucia per la denuncia

La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito di attività investigativa svolta dai Carabinieri della Tenenza di Mascalucia e della Stazione di Belpasso a carico di un 35enne di Belpasso, indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, ha richiesto ed ottenuto dal Gip etneo nei suoi confronti, l’aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con quella della custodia in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dal medesimo Comando, con il supporto dei colleghi della Stazione di Belpasso.
Le indagini coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio con l’indagato, hanno avuto ad oggetto reiterate condotte vessatorie che nel tempo sarebbero state poste in essere dall’uomo, pregiudicato, nei confronti della compagna, una 34enne di Belpasso.

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L’indagato infatti, tra il luglio ed il settembre 2023, avrebbe abitualmente sottoposto a mortificazioni ed umiliazioni verbali la compagna, sia controllandola in ragione di una ingiustificata gelosia, che aggredendola verbalmente a causa del suo opporsi all’attività di spaccio di droga che lui aveva intrapreso.

In quel contesto familiare sicuramente tossico, il 35enne avrebbe anche costretto la donna a lasciare l’abitazione con la figlia minorenne dopo averle gettato in aria i vestiti, minacciandola anche di morte, noncurante del fatto che lei si fosse già rivolta ai Carabinieri, terrorizzata com’era per le aggressioni e i continui atteggiamenti violenti subiti, che stavano coinvolgendo anche la figlia minorenne, più volte minacciata ed intimorita.

 

 

Per tali comportamenti il 35enne, stante la denuncia sporta il 15 settembre scorso dalla donna presso l’Arma di Belpasso, veniva sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ad una distanza non inferiore di 300 metri dalla persona offesa, che in quel momento, accettava di essere collocata presso una struttura protetta insieme alla figlioletta.

Successivamente la vittima, probabilmente per cercare di tornare a vivere una esistenza “normale”, si era tuttavia allontanata da quel centro antiviolenza, prendendo in affitto un appartamento a Bronte, dove purtroppo sarebbe stata in qualche modo rintracciata dal compagno e costretta a tornare a Belpasso, presso l’abitazione coniugale.

 

Anche in questa occasione, dopo aver nuovamente subito altre aggressioni, la donna decideva di rifugiarsi con la piccola presso un familiare ad Aci Sant’Antonio, dove il 17 ottobre scorso, ancora una volta sarebbe stata trovata dal 35enne. In particolare quest’ultimo, all’apice delle sue condotte violente, l’avrebbe intercettata per strada e davanti alla figlia e a diversi passanti, l’avrebbe aggredita fisicamente, afferrandola per i capelli e trascinandola con la forza in auto per riportarla a casa appunto a Belpasso.

In quel momento, la figlia minorenne sarebbe stata affidata dall’uomo alla nonna paterna, mentre la donna sarebbe rimasta suo “ostaggio” in casa, continuando ad essere aggredita verbalmente e fisicamente, fino ad essere costretta, per tutta la notte, a restare seduta su una sedia, venendo picchiata ad ogni tentativo di uscire dall’abitazione.

 

 

Solamente l’indomani mattina la malcapitata, estremamente provata, approfittando con coraggio di un momento di distrazione del 35enne, sarebbe riuscita ad uscire e, con l’aiuto di un automobilista di passaggio, avrebbe raggiunto il Comando Arma di Mascalucia, mettendosi così al sicuro e accettando di essere accompagnata presso una struttura protetta unitamente alla figlia.

I Carabinieri a quel punto, tenuto conto della gravità della situazione, in tempi strettissimi hanno compendiato le risultanze investigative sino a quel momento accertate alla Procura della Repubblica che quindi richiedeva e al GIP etneo l’emissione del provvedimento di aggravamento nei confronti dell’uomo che, in data odierna è stato arrestato e condotto presso il carcere catanese di Piazza Lanza.

 

 

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