La Procura della Repubblica, nell’ambito delle indagini a carico di un 29enne di Bronte, indagato per “maltrattamenti in famiglia”, ha richiesto l’emissione della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari, con l’applicazione del “braccialetto elettronico”.
I fatti
L’attività investigativa svolta ha posto in luce il comportamento dell’uomo ai danni della compagna 30enne, sulla quale avrebbe riversato la propria indole violenta e prevaricatrice, esercitata soprattutto in presenza della loro figlia in tenera età.
Il 29enne avrebbe acuito l’aggressività del proprio comportamento che, in un’occasione, sarebbe culminato in un’aggressione alla donna nel corso della quale avrebbe minacciato di morte quest’ultima puntandole un coltello alla gola, ciò ancora una volta in presenza della loro bimba di sei anni.
Tali comportamenti avrebbero indotto la convivente a troncare la loro relazione sentimentale, abbandonandone pertanto l’abitazione familiare.
La donna, ovviamente sconvolta da tutto ciò, solo da recente avrebbe deciso di denunciare tutto ai Carabinieri, raccontando di essere stata presa a pugni e pedate anche durante la gravidanza, picchiata per immotivata gelosia, oppure, addirittura, l’aver subito un tentativo di strangolamento con una cintura, od anche l’essere costretta dal compagno a dover ricorrere ai cosmetici per mascherare le ecchimosi, conseguenze dei colpi da lui stesso ricevuti.
Il compendio immediato dell’attività di riscontro dei Carabinieri all’Autorità Giudiziaria, è stato tra l’altro corroborato dal rinvenimento, a carico del 29enne, di due pistole a salve con relativo munizionamento.