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Catania: Polizia di Stato nei ristoranti del centro, sanzioni a lavoro nero e sequestro alimenti non tracciati

Le serrate attività si sono concentrate questa volta nelle zone di piazza Federico II di Svevia e Largo Rosolino Pilo

Proseguono senza sosta i controlli della Polizia di Stato nei ristoranti del centro storico per verificare il rispetto delle regole prescritte alle attività commerciali e per accertare la genuinità degli alimenti a tutela della salute dei consumatori.

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Le serrate attività, disposte dal Questore di Catania, si sono concentrate questa volta nelle zone di piazza Federico II di Svevia e Largo Rosolino Pilo e hanno visto in campo gli agenti della Divisione Anticrimine e della Squadra Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Catania, unitamente al personale del Corpo Forestale dello Stato, dell’Ispettorato del Lavoro del Servizio Veterinario e del Servizio Igiene Pubblica e dello Spresal dell’Asp di Catania, in sinergia con la Polizia Locale “Annona”.

 

 

La Polizia di Stato, oltre ad aver curato il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha provveduto a sottoporre a controllo tutti i lavoratori e i titolari dei ristoranti attenzionati. Alcune delle persone identificate sono risultate già note alle forze dell’ordine per reati di vario genere.

 

 

Gli enti della task force, coordinata dalla Polizia di Stato, non hanno tralasciato alcun aspetto, a cominciare dall’osservanza delle norme legate all’impiego del personale dipendente, come pure per verificare la presenza delle necessarie autorizzazioni per la vendita degli alimenti, la tracciabilità dei prodotti e l’adempimento di tutte le prescrizioni della normativa di settore.

 

 

Nel primo controllo, nel ristorante di piazza Castello Ursino è stata scoperta l’irregolarità della posizione di quattro lavoratori risultati in “nero” con sanzioni per 13 mila euro. Le sanzioni sono aumentate perché nei precedenti controlli effettuati al medesimo ristorante, meno di un anno fa, erano già stati individuati diversi lavoratori irregolari.

 

 

A riguardo, l’Ispettorato del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività.

Inoltre, i forestali e i medici dell’Asp hanno constatato la mancanza di tracciabilità di circa 150 chilogrammi di carni, equina, bovina e suina, presenti nel laboratorio cucina. L’impossibilità di determinare l’esatta provenienza delle carni ha determinato il sequestro e la conseguente distruzione degli alimenti, nonché la contestazione della sanzione amministrativa di 1500 euro. Per la stessa ragione, sono stati sequestrati anche 35 litri di vino rosso, con sanzioni, anche in questo caso, pari a 1500 euro.

 

 

Queste verifiche hanno come obiettivo prioritario quello di tutelare i clienti da condotte illecite che possano mettere in pericolo la salute pubblica.

 

 

Sempre nel ristorante di piazza Castello Ursino, lo Spresal ha constatato l’ostruzione delle uscite d’emergenza, nonché l’irregolarità dell’impianto elettrico, l’insufficienza dello spogliatoio e del bagno, con l’applicazione di ulteriori sanzioni per un ammontare di 6 mila euro. Nello stesso locale, il personale del Servizio Igiene dell’Asp ha prescritto l’abbattimento di barriere architettoniche, la sostituzione della pavimentazione ammalorata in più parti, nonché la sostituzione degli aspiratori dei servizi igienici dei clienti non funzionanti e la realizzazione di protezioni adeguate dagli insetti provenienti dall’esterno.

 

 

Anche la Polizia Locale ha riscontrato gravi infrazioni relative all’occupazione abusiva del suolo pubblico, con il titolare che aveva triplicato arbitrariamente lo spazio autorizzato, posizionando tavoli e sedie sul marciapiede, e alla presenza di una veranda esterna risultata priva di autorizzazione, con possibili abusi edilizi, dal momento che, in centro storico, non può essere autorizzata alcuna veranda, a tutela dell’architettura urbana. Per questa ragione, verranno effettuati ulteriori accertamenti.

 

 

Nel secondo controllo, che ha riguardato un fast food di cibo orientale di Largo Rosolino Pilo, ritrovo per molti giovani, è stata accertata la presenza di un lavoratore in “nero” con la conseguente contestazione della sanzione di 4500 euro. I controlli hanno riguardato anche le autorizzazioni necessarie per la vendita degli alimenti e la tracciabilità dei prodotti, con i forestali e i medici dell’Asp che hanno riscontrato la mancata tracciabilità di 5 chili di prodotti ittici, nello specifico gamberoni, e di 2 chili di olio, con complessiva sanzione amministrativa di 3 mila euro. Un’altra sanzione di 1500 euro è scattata per la mancanza della tabella con gli ingredienti.

La Polizia Locale, invece, ha constatato l’abusiva occupazione del suolo pubblico e la vendita di alcoolici e superalcolici senza autorizzazione, con l’applicazione delle sanzioni previste di oltre 1500 euro.

 

 

Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, lo Spresal ha rilevato l’irregolarità dell’impianto elettrico, l’assenza della cassetta di primo soccorso, lo spogliatoio e i bagni non a norma per un totale di oltre 6 mila euro di sanzioni. Inoltre, il Servizio Igiene dell’ASP ha accertato la mancanza di aspiratori d’aria nel bagno avventori, il frigo congelatore ubicato nella parte antistante del locale cucina solo parzialmente funzionante con cibi all’interno e carenza di pulizia, prescrivendo, pertanto, la pittura delle pareti del locale.

 

 

Anche in questo caso, l’Ispettorato del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività imprenditoriale.

 

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