
Si avvicina la partenza dei corsi di formazione per assistenti familiari in Sicilia. Con la chiusura odierna della finestra per la presentazione delle domande da parte degli enti di formazione accreditati, prende forma l’Avviso 20/2024 della Regione Siciliana, che mette a disposizione oltre 12 milioni di euro di fondi europei (Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027) per qualificare il settore dell’assistenza domiciliare.
Nei prossimi mesi partiranno corsi gratuiti rivolti a persone tra i 18 e i 64 anni, residenti o domiciliate nell’isola e attualmente disoccupate, inoccupate o inattive. I percorsi prevedono 360 ore di formazione tra teoria e stage pratico, con moduli obbligatori su sicurezza sul lavoro, alfabetizzazione informatica e lingua straniera. Oltre a fornire competenze specifiche per l’assistenza alla persona, i corsi consentono di adempiere agli obblighi formativi per chi percepisce Naspi, Dis-Coll o Assegno di Inclusione. Al termine del percorso, i partecipanti otterranno una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale (EQF 2).
Il lavoro domestico in Sicilia
L’iniziativa risponde a un bisogno crescente: in Sicilia sono oltre 11.000 i badanti regolarmente assunti, ma il numero reale, considerando il lavoro sommerso e i caregiver familiari, è molto più alto. Tuttavia, l’accesso ai corsi è riservato ai disoccupati, escludendo chi già lavora senza una certificazione. «Un limite che potrebbe essere superato con l’adozione delle Linee Guida nazionali sulla formazione degli assistenti familiari, attese dall’estate scorsa – sottolinea l’avv. Alfredo Savia, presidente Fidaldo -. La qualificazione è fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza e garantire tutele a lavoratori e famiglie e non possiamo ignorare che migliaia di badanti già attivi restano esclusi da questi percorsi».
Nel frattempo, diversi enti di formazione hanno già pubblicato online i dettagli dei corsi in partenza, offrendo in alcuni casi la possibilità di pre-iscrizione. Per informazioni, è possibile consultare i siti degli enti accreditati o contattare gli uffici regionali competenti.