CATANIA – Nei giorni scorsi il Nucleo Carabinieri CITES di Catania unitamente al SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali) ha effettuato una serie di controlli volti a reprimere reati in danno di specie di avifauna autoctona del territorio siciliano.
All’esito di decine di accertamenti tra le province di Catania, Siracusa, Enna, Messina e Ragusa, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, per reati connessi al prelievo ed alla detenzione illecita di fauna protetta, 7 soggetti, sequestrati numerose reti per uccellagione, 4 fucili, munizioni e diversi esemplari vivi tra cui Falchi Pellegrini, Cardellini, Calandre, Verdoni e Verzellini. Nel corso di altra verifica sono state sequestrate n. 6 testuggini terrestri ed un pappagallo “Conuro guance verdi” illecitamente detenuto.
I reati contestati vanno dal prelievo illegittimo di specie protette in violazione della cd. Legge sulla caccia, al furto aggravato ai danni dello Stato, alla violazione della normativa sulle specie protette dalla Convenzione CITES, alla detenzione abusiva di armi.
Gli esemplari sono stati in parte immediatamente reimmessi in natura ed in parte affidati ai centri di recupero della fauna selvatica.
Nel corso di una perquisizione è stato rinvenuto un piccolo di Falco Pellegrino che era stato prelevato da un nido alcuni giorni prima. In questo caso si è tentato di riportare il pullo nel proprio nido, ma ci si è resi conto che i fratelli erano cresciuti troppo rispetto a lui e quindi quasi certamente non sarebbe sopravvissuto. Si è così sperimentata, finora con successo, una tecnica che ha previsto l’inserimento del piccolo in altro nido ed in sostanza l’adozione dell’esemplare da parte di una madre di falchi della stessa grandezza.
Purtroppo ancora oggi, nonostante la coscienza ambientale prenda sempre più piede si registra la condotta di bracconieri che dotati di funi, imbracature e moschettoni, prelevano, per un mero interesse collezionistico specie protette, spesso rarissime come l’Aquila del Bonelli, incuranti dell’immane danno che creano alla biodiversità e quindi al nostro pianeta.
L’operazione condotta dai Carabinieri, col supporto di personale specializzato, quali ornitologi, si inserisce in un particolare periodo di nidificazione e di passaggio di specie migratorie tra cui diversi tipi di rapaci.
Il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri in concomitanza del passaggio migratorio verso le aree settentrionali di specie di avifauna attraverso lo stretto di Messina ha predisposto apposite pattuglie del SOARDA e del NUCLEO CITES nell’ambito della cd “operazione Adorno” al fine di garantire che il passaggio possa avvenire al riparo da abbattimenti che purtroppo in passato si registravano sulle sponde calabresi e siciliane retaggio di tradizioni e credenze popolari. Lo stretto rappresenta infatti una delle principali rotte migratorie con il più alto numero di specie nel periodo primaverile.
Tutto ciò è reso possibile grazie anche alla valida ed indispensabile collaborazione di associazioni e volontari.
Allo stato gli osservatori fanno registrare un calo nel numero di esemplari rispetto agli anni passati, probabilmente dovuto alle particolari condizioni metereologiche di questi giorni. Soprattutto sono stati osservati Falchi Pecchiaioli, Falchi di Palude, Aquile Minori, ma anche Albanelle Pallide, Nibbi Bruni, Lodolai e Cicogne Nere.
Un patrimonio naturalistico mondiale che l’ignoranza di qualcuno rischia di mettere irrimediabilmente a repentaglio.
Giro di vite dei Carabinieri Forestali sul fenomeno del bracconaggio
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