CATANIA – Finisce con un decreto di espulsione l’avventura italiana di DIALLOW Mamaddou Djouma, alias JOLLOW Mohamed, il diciottenne guineano, classe 2001, senza fissa dimora, che lo scorso 16 ottobre aggredì a calci e a pugni una coppia di ragazzi per futili motivi.
Non solo, ma quando uno dei due giovani, in lacrime, si rivolse agli agenti di una Volante, che incrociava dalle parti della Stazione Centrale in servizio di controllo del territorio, innescandone l’immediato intervento, la violenza del DIALLOW esplose in maniera esponenziale, prendendo di mira non solo i ragazzi, ma anche una guardia giurata intervenuta in loro difesa, gli agenti della Polizia di Stato e perfino la Volante nella quale, a fatica, fu caricato, per essere condotto in Questura, in stato di arresto.
Una vicenda triste e di gratuita violenza che si concluse con l’arresto dello DIALLOW e il ricorso in Pronto Soccorso dei ragazzi aggrediti e dei poliziotti intervenuti.
Un atto intollerabile, commesso da un uomo violento, che utilizzava diverse identità per sfuggire ai rigori della legge e che usufruiva dei vantaggi della protezione umanitaria.
In considerazione di ciò, di concerto e su iniziativa del Questore di Catania Mario Della Cioppa, il quale ha rappresentato la grave pericolosità sociale dello DIALLOW che nel 2017 si era reso responsabile di un avvenimento di analoga violenza, il prefetto di Catania Claudio Sammartino ha emesso nei confronti del guineano un provvedimento di espulsione dal Territorio Nazionale.
Appena scarcerato dalla Casa Circondariale Piazza Lanza, quindi, l’uomo è stato prelevato e, notificato l’atto formale che gli impone di lasciare il territorio italiano, è stato prelevato dai poliziotti della Questura e condotto, in stato di “trattenimento”, presso CPR di Palazzo San Gervasio – PZ, da dove prenderà la strada per il suo Paese di provenienza.
Quello dell’espulsione è stato, ancora una volta, il risultato di un lavoro di squadra che ha visto in prima linea l’attività degli uomini della Polizia di Stato di Catania, ma anche del Prefetto – che ha riconosciuto e accolto le argomentazioni portate a dimostrazione della pericolosità sociale dello straniero – e dell’Autorità Giudiziaria che, muovendo da analoghe considerazioni, ha concesso il necessario Nulla Osta all’espulsione medesima.