La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito delle indagini a carico di un 25enne di Randazzo (CT), indagato per “maltrattamenti in famiglia”, ha richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Catania l’emissione nei confronti di quest’ultimo di una misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa a meno di 1000 metri, con contestuale applicazione del “braccialetto elettronico”, eseguita dai Carabinieri della Stazione Carabinieri di Randazzo.
I fatti
I fatti sarebbero rappresentati dalle continue condotte violente e vessatorie dell’uomo nei confronti della compagna 34enne, in stato di gravidanza.
Il comportamento dell’uomo, in particolare, sarebbe stato oltretutto esacerbato dalla propria ludopatia, nonché dall’assunzione di sostanze stupefacenti ed alcoliche, concause che gli avrebbero fatto perdere ogni freno inibitorio nell’escalation della sua aggressività.
La donna, già in gestazione al secondo mese di gravidanza del loro primo figlio, avrebbe subìto un’aggressione per futili motivi dall’uomo che, nell’occasione, le avrebbe sferrato dei calci indirizzati alla pancia nel tentativo di provocarle un aborto.
La donna al sesto mese di gravidanza, sarebbe stata pesantemente insultata dall’uomo che l’avrebbe presa a schiaffi, tentando quindi ancora una volta di darle dei calci al petto ed al ventre, ma la 34enne è stata in grado di prendere il proprio cellulare e, ansimando a causa delle percosse subite, chiedere aiuto ai Carabinieri di Randazzo.
Quest’ultimi, hanno localizzato l’abitazione della coppia, in ultimo guidati anche dalle grida che da essa provenivano, ponendo in sicurezza la donna che ha loro finalmente denunciato quanto sin lì patito per causa del compagno.