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Le Perseidi per il ciclo Arene Granai

Valverde – “La tradizione popolare da sempre associa le scie luminose che attraversano il cielo in queste notti d’agosto, alle lacrime versate dal Santo in punto di morte o allo sfavillio dei carboni che ardevano sotto la graticola del martirio, ricordando che il giovane Lorenzo fu ucciso il 10 agosto del 258 per volere dell’imperatore Valeriano. Il coinvolgente racconto agiografico, col tempo, ha fatto sì che il nome astronomico dello sciame meteorico che la Terra si trova ad attraversare durante questo periodo, vale a dire le Perseidi, fosse più popolarmente noto come “stelle cadenti” e “lacrime di San Lorenzo”, oscurando contemporaneamente le origini scientifiche e mitologiche che meglio spiegano l’evento”.

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Inizia così lo spettacolo diretto da Sebastiano Mancuso dove si susseguono una serie di racconti declinate da dee ninfe danzatrici e filosofe uno spettacolo corale dove le donne sono le vere protagoniste: Elisa Franco, Antonella Scornavacca, Rosalba Marcellino, Greta Fiorito, Simona Celani, Laura Guidotto, Giovanna Arezzi, Sara Puglisi, Concita Lombardo, Anna Cicatiello. Forse l’unico uomo che alla fine dà una spiegazione alle tenebre e alla luce come barlume di un dismorfismo corporeo dove balugina la quiete della logica dopo la tempesta irrazionale potrebbe essere un Perseo errabondo, da cui derivano il nome delle meteore: Perseo, eroe della mitologia greca figlio di Zeus e Danae, ricordato soprattutto per aver ucciso Medusa mozzandole la testa con l’ausilio di uno scudo lucido come uno specchio, e per aver salvato Andromeda da un mostro marino.

Alla morte di Perseo, la dea Atena per onorare la sua gloria lo trasformò in una costellazione, cui pose accanto quelle di Andromeda, Cefeo e Cassiopea, gli altri protagonisti del racconto mitologico. Le disgrazie di Andromeda cominciarono il giorno in cui sua madre sostenne di essere più bella delle Nereidi, un gruppo di ninfe marine particolarmente seducenti. Queste, offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva decisamente superato i limiti e chiesero a Poseidone, il dio del mare, di darle una lezione. Per punizione, Poseidone mandò un mostro terribile (alcuni dicono anche un’inondazione) a razziare le coste del territorio del re Cefeo. Sbigottito per le devastazioni, con i sudditi che reclamavano una sua reazione, l’assediato Cefeo si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare una via d’uscita. Gli fu detto che per quietare il mostro doveva sacrificare la sua figlia vergine: Andromeda.

La giovane fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre, che dalla riva guardava in preda al rimorso. Mentre Andromeda se ne stava incatenata alla rupe battuta dalle onde, pallida di terrore e in lacrime per la fine imminente, l’eroe Perseo, fresco dell’impresa della decapitazione di Medusa, capitò da quelle parti: il suo cuore fu rapito alla vista di quella fragile bellezza in preda all’angoscia. L’ambientazione magica del Giardino di Dendron tra fuochi musiche antiche e incensi ha fatto sì che il pubblico si calasse in un’atmosfera al di là di ogni connotazione spazio temporale.

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
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