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Il Generale Dalla Chiesa spiegato ai più piccoli, un libro di Maristella Panepinto

Il procuratore Fernando Asaro: “Ricordo quando venne a fare, nel maggio del 1982, una visita a noi studenti del Gonzaga. Il messaggio ancora attualissimo è quello di una bella e sana presenza dello Stato”

PALERMO – Continuare, a tutti i livelli, a mantenere alto l’impegno per costruire e fare crescere una speranza viva frutto di azioni concrete per il bene comune. A dirlo è il procuratore di Marsala Fernando Asaro, intervenuto questa mattina alla presentazione del libro per bambini “Carlo Alberto dalla Chiesa il papà dei carabinieri” di Maristella Panepinto edito da Navarra. Si tratta del primo volume per bambini dedicato alla storia del generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982 a Palermo.

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L’incontro è avvenuto nell’auditorium del Gonzaga Campus. Dopo il saluto

del Vicedirettore Generale, Maria Elena Poderati, si è avviato un confronto con i bambini e le bambine delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria e Grade 5 dell’International School. 

Il questo libro, dedicato ai più giovani, mi rivedo io perchè, nel 1982, ero studente in questa scuola – afferma il procuratore di Marsala Fernando Asaro -. Ricordo molto bene quando il generale Dalla Chiesa venne a fare, nel maggio del 1982, una visita a noi giovanissimi studenti. Il messaggio ancora attualissimo è quello di una bella e sana presenza dello Stato. Una presenza che era forte perché credeva nei valori più alti. Oggi come ieri, dobbiamo ‘impegnarci per essere costruttori e portatori di una speranza viva attraverso l’impegno concreto di ogni giorno. La buona sinergia tra famiglie e scuola può essere significativa per rafforzare l’idea che il bene e l’interesse comune deve essere sempre prevalente rispetto al male”.

Negli anni sono stati diversi i risultati raggiunti nella lotta alla mafia.

Oggi si sono fatti diversi passi avanti rispetto a 40 anni fa – continua il procuratore Asaro -. Ricordo la nascita del movimento Addiopizzo come primo esempio significativo di forza sociale. Ricordiamoci che, fronteggiare la mafia non è solo compito delle forze dell’ordine e dei magistrati ma deve essere l’impegno di tutti noi come società civile”.

Per l’occasione è intervenuto pure il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo Luciano Magrini. “Nel 1982 non era così usuale che un prefetto o generale dell’arma andasse a fare visita ad una scuola – sottolinea il comandante Luciano Magrini – per trovare un uditorio così attento come questo. Il generale Dalla Chiesa era però giustamente un visionario che riusciva ad anticipare i tempi e prevedere i fenomeni. Perfettamente cosciente di rischi che andava a correre, ha quindi accettato la sfida perchè credeva molto nei valori dello Stato da trasmettere anche ai più piccoli. La mafia non è del tutto estirpata perchè, purtroppo, si rigenera. Solo insieme possiamo diventare, però, una forza sociale forte in grado di fronteggiare sempre di più ogni forma di male e di criminalità organizzata”.

Anche io sono entrata a fare parte della famiglia dell’arma dopo avere sposato mio marito che è un ufficiale dei carabinieri – spiega la giornalista e scrittrice Maristella Panepinto –. Circa un anno fa, ho avuto la possibilità di conoscere Simona Dalla Chiesa che mi ha detto che non esisteva un libro per bambini dedicato alla storia di suo padre. Da quel momento in me è nata l’idea di scrivere questo libro. Il messaggio che si cerca di fare passare è che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa non è stato tanto un eroe che ha lottato la criminalità quanto piuttosto, la figura di un uomo perbene che ha fatto il suo dovere di padre e uomo dello Stato. Con la sua morte è riuscito a gettare tanti semi di speranza in Sicilia e nell’Italia intera”.

Tra le domande formulate, una bambina ha chiesto qual è la ricompensa per chi sta dalla parte del bene.

Penso che la speranza va costruita e portata avanti ogni giorno con il diverso impegno di tutti – aggiunge l’autrice del libro -. I mafiosi che hanno sparso tanto sangue a Palermo, in Sicilia e nel resto d’Italia, hanno firmato la loro condanna a vita. Proprio dalle morti di Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, Livatino, p.Puglisi e tanti altri, si sono mosse le coscienze civili che hanno portato tanta gente comune a scegliere concretamente di stare dalla parte del bene, lottando contro ogni male. Possiamo dire, quindi, che, nonostante tutte queste morti, la speranza ha vinto e continua a camminare con tutti noi”.

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