Nota dell’autore Emilio Masina: “Con spirito amaramente profetico ho pubblicato prima dell’avvento del Covid il romanzo “La speranza che abbiamo di durare. Una storia di amore e psicoanalisi” (ed. Emersioni) sulle vicissitudini cliniche e istituzionali dello psicoanalista, dei suoi pazienti e di un Paese, il nostro, molto ammalato e bisognoso di cure. Il romanzo consente di entrare nella stanza dell’analisi per capire che cosa vi succede, di riflettere sul dolore dell’Italia e del mondo, di comprendere l’importanza di mantenere vive le nostre relazioni e molte altre cose, anche riguardo alle crisi che stiamo vivendo.”
SINOSSI
In questo libro, che può essere considerato come un romanzo di formazione professionale dello psicoanalista l’autore usa la storia di una immaginaria terapia come pretesto per divulgare alcune delle problematiche più avvincenti della psicoanalisi.
La paziente Lavinia, per via del transfert, vive il dottore come se fosse il padre e la madre abbandonici e frustranti della sua infanzia e, per proteggersi da questi sentimenti dolorosi, cerca di indurlo ad abbandonare il suo ruolo analitico e a gratificare direttamente i propri bisogni affettivi. L’analista, che sta attraversando un difficile momento di vita sia a causa del manifestarsi dei primi sentimenti depressivi dovuti all’avvicinarsi della vecchiaia, sia per la crisi sentimentale con la moglie, oscilla fra il mantenere fermo il suo ruolo terapeutico e la tentazione di abbandonarlo, per corrispondere i sentimenti amorosi della paziente.
Accanto alla storia principale si muovono quelle di altri pazienti presi nel loro dolore esistenziale e della società italiana in crisi profonda.
In questo libro, che può essere considerato come un romanzo di formazione professionale dello psicoanalista l’autore usa la storia di una immaginaria terapia come pretesto per divulgare alcune delle problematiche più avvincenti della psicoanalisi.
La paziente Lavinia, per via del transfert, vive il dottore come se fosse il padre e la madre abbandonici e frustranti della sua infanzia e, per proteggersi da questi sentimenti dolorosi, cerca di indurlo ad abbandonare il suo ruolo analitico e a gratificare direttamente i propri bisogni affettivi. L’analista, che sta attraversando un difficile momento di vita sia a causa del manifestarsi dei primi sentimenti depressivi dovuti all’avvicinarsi della vecchiaia, sia per la crisi sentimentale con la moglie, oscilla fra il mantenere fermo il suo ruolo terapeutico e la tentazione di abbandonarlo, per corrispondere i sentimenti amorosi della paziente.
Accanto alla storia principale si muovono quelle di altri pazienti presi nel loro dolore esistenziale e della società italiana in crisi profonda.
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Un terzo tema del romanzo riguarda le vicende della Psicoanalisi nel contesto contemporaneo. Proletarizzazione dei pazienti e relative aspettative di un trattamento magico e risolutore, abusi e scorrettezze da parte degli psicoterapeuti, concorrenza di psicoterapie meno impegnative e dei farmaci di nuova generazione (per non parlare dei conflitti interni allo stesso movimento psicoanalitico) stanno mettendo a repentaglio le sorti di questa affascinante e ancora valida disciplina.