CATANIA- “Il volto del diavolo è un romanzo che profuma di Sicilia e senza esagerare fra qualche anno potremmo vedere la trasposizione cinematografica per la bellezza della scrittura e per l’imponente intreccio storico culturale”. Così il giornalista Santo Privitera dai microfoni della sala conferenze del Museo Diocesano introduce il libro “Il volto del diavolo”, al numeroso pubblico presente, l’ultima fatica letteraria della pluripremiata scrittrice Adriana La Terra, che il prossimo 14 dicembre a Firenze nella splendida location di Palazzo Vecchio riceverà il premio “Firenze, Capitale d’Europa” per la sezione Narrativa edita.
Hanno dialogato con l’autrice il professore, ordinario materie letterarie Ferdinando Emanuele, l’editore Alessandra Ulivieri della casa editrice Ibiskos Ulivieri e il giornalista Santo Privitera, i quali hanno raccontato anche attraverso le emozionanti pagine lette dai dicitori Enrico La Delfa ed Orazio Patanè la vita di Iannuzzo u’ patruzzu, vittima ed eroe del suo passato per un libro che parla di Sicilia, di fede, religione e buoni sentimenti.
“È un romanzo- dichiara Ferdinando Emanuele- dove è assoluta protagonista Catania paragonata ad una bella addormentata all’ombra del vulcano macchiato di neve ma non è solo questo, perché tra le sue strade eleganti, nelle sue piazze antiche, nei suoi vicoli e dentro le stanze più remote di appartamenti, palazzi antichi dove risiede la gente che conta, ville e casette di campagna proprietà di tapini, esplodono passioni a volte incontrollabili, si enumerano vizi e virtù che riempiono la vita dei siciliani mentre la mafia continua a colpire”. Ed ancora aggiunge: “La domanda fondamentale che fa il vecchio prete forte della sua annosa esperienza agli allievi seminaristi: “Com’è bello o brutto il volto del diavolo?” è la chiave di volta alla quale si legano una serie di avvenimenti molto particolari e avvincenti come il sentimento d’amore per Margherita lasciata per la chiamata di Dio”.