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Storia moderna dell’agricoltura siciliana, l’ultimo libro del prof. Antonino Bacarella

Presentato al Di3A un volume che analizza le politiche agrarie dell’Isola negli ultimi novant’anni

Storia moderna dell’agricoltura siciliana, l’ultimo libro del prof. Antonino Bacarella

Il volume “Storia moderna dell’agricoltura siciliana: dall’anteguerra ai giorni nostri”, è l’ultima opera del professor Antonino Bacarella, già docente di Economia e politica agraria all’Università degli Studi di Palermo e protagonista di primo piano della politica agricola della Regione siciliana.
Il libro, pubblicato dalle Edizioni La Zisa e composto da due tomi, per un totale di oltre mille pagine, è stato presentato lunedì scorso nell’aula magna del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Ateneo di Catania, alla presenza di ex colleghi dell’autore e di un nutrito pubblico di studenti, interessato a comprendere le dinamiche che hanno coinvolto l’agricoltura siciliana negli ultimi novant’anni. Dopo il saluto introduttivo del direttore del Di3A Agatino Russo, l’autore ha raccontato e analizzato gli avvenimenti più significativi dell’agricoltura regionale, inquadrandoli nel contesto dell’evoluzione degli eventi nazionali ed internazionali e all’interno della politica e delle istituzioni siciliane.

 

Il quadro che viene fuori da questo imponente lavoro di studio e di ricerca è quello di una società fortemente intrisa, secondo le parole del professor Bacarella «di quella massiccia dose di “sicilitudine”, concetto diverso da quello di “sicilianità”, che ha impedito nel tempo e impedisce ancora all’agricoltura siciliana di divenire quello che dovrebbe essere: risorsa strategica significativa, produttrice di reddito e occupazione, specialmente per i giovani, creatrice di paesaggi, di tutela dell’ambiente, di sviluppo per la gastronomia, per l’immagine, per la cultura, per l’economia terziaria, diffusiva della sua immagine di “isola felice” e altro ancora».

Nel corso della presentazione, il docente ha messo a confronto i due comparti economicamente più rilevanti dell’agricoltura siciliana: l’agrumicolo e il vitivinicolo, sottolineando come quest’ultimo rappresenti un’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche nel panorama italiano ed estero e che, secondo l’autore, «è l’unico settore che si sia davvero sviluppato in una Sicilia che da cinquant’anni è sempre “in via di sviluppo”, nonostante le potenzialità e le intelligenze di questa terra».

L’incontro è stato moderato dal prof. Biagio Pecorino, docente di Economia ed estimo rurale dell’Università di Catania, che ha sottolineato come questo minuzioso e rigoroso lavoro scientifico costituisca un’importante riflessione sugli errori commessi nel settore primario e sul bisogno di supportare le imprese agroalimentari a cogliere nuove opportunità per «non appiattirsi soltanto sugli aiuti pubblici». La presentazione del libro è stata anche un’occasione utile per discutere delle politiche di sviluppo rurale 2023-2027, che in questi giorni si stanno delineando e che avranno importanti ricadute sul sistema agroalimentare siciliano.

Sono intervenuti inoltre i professori Giuseppina Carrà, Giuseppe Timpanaro e Giuseppe Cucuzza, docenti del Di3A di Catania, Pietro Columba e Alessandro Hoffmann, docenti dell’Ateneo di Palermo, Giovanni Gulisano docente dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e Graziano Scardino, neo eletto presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori.

 

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