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“Cantieri in movimento”, da Zō due giorni di performance chiude il progetto europeo

Il 4 e 5 luglio con la parte performativa degli artisti europei under 35 selezionati, da Zō Centro culture contemporanee di Catania si chiude il progetto di interscambio europeo, di cui Zo è capofila

CATANIA – Arriva alla conclusione la seconda edizione di “Cantieri in movimento – Industrial Heritage Soundscapes”, il progetto di cooperazione internazionale tra 10 partner europei, sulla internazionalizzazione delle carriere e la valorizzazione di 8 siti di archeologia industriale, oggi centri culturali, tramite i linguaggi contemporanei per le arti performative. Un progetto di cui Zo Centro culture contemporanee di Catania è capofila in quanto vincitore, col massimo punteggio nazionale, del bando finanziato dal Ministero della Cultura “Boarding Pass Plus 2022-2023-204” che sostiene il confronto e lo scambio di pratiche artistiche tra artisti e operatori italiani e stranieri.
Il progetto ha selezionato e supportato quindici artisti under 35, divisi in 5 gruppi, in un processo di formazione e creazione site-specific, con workshop, meeting ibridi, ricerca e studi d’archivio, residenze di creazione all’estero e team working multidisciplinare. Oltre Zo Centro culture contemporanee di Catania “Cantieri in movimento – Industrial Heritage Soundscapes” coinvolge il centro culturale tedesco Zentralwerk di Dresda, il colletivo culturale ucraino in esilio Isolatsya, la compagnia teatrale francese Cie Anteprima, l’associazione palermitana per la musica contemporanea Curva Minore, l’associazione culturale Darshan di Catania, Ortigia Sound System di Siracusa, la serba Babel Arts Management Doo di Belgrado, la slovacca Malý Berlín di Trnava e Mediaevent Szolgaltato KFT di Budapest.

Pamela Toscano di Zo Centro culture contemporanee, manager del progetto: «Gli obiettivi del progetto sono sostenere giovani artisti under 35 italiani nel processo di autopromozione in Italia e all’estero fornendo strumenti innovativi che ne supportino l’auto-imprenditorialità e la mobilità; rafforzare e ampliare il network già esistente dalla prima edizione con ulteriori azioni di scambio attraverso tavoli di lavoro strategici tra gli operatori; approfondire le tematiche sviluppate nella prima edizione legate all’indagine sui luoghi di archeologia industriale al fine di specializzare giovani artisti under 35 e migliorandone la competitività; organizzare workshop e residenze di creazione in Italia e all’estero per fornire nuove competenze ed entrare in contatto con il mercato culturale europeo; diffondere le strategie e le pratiche attuate tra ulteriori operatori culturali esterni per facilitarne la replicabilità».

 

 

 

Dopo la prima residenza che si è tenuta la scorsa estate da Zo, durante la scorsa primavera gli artisti hanno svolto le residenze all’estero per ritrovarsi adesso in Sicilia, nei giorni scorsi a Palermo ed ora da Zo a Catania per la conclusione del progetto con le proposte artistiche finali frutto di oltre un anno di lavoro collettivo. Le performance site specific da Zo iniziano giovedì 4 luglio, alle ore 20, in sala grigia, con “I am no bird” a cura  dell’associazione culturale Curva Minore di Palermo (mentore Alfredo Giammanco) e di Babel Arts Management Doo di Belgrado (mentore Goran Milosevic). Il titolo della performance cita “Jane Eyre” di Charlotte Brontë: “Non sono un uccello, e nessuna rete mi intrappola; sono un essere umano libero con una volontà indipendente, che ora esercito per lasciarvi”. In scena una fuga dall’oppressione perpetrata attraverso le azioni di un operaio che ha passato tutta la vita in una fabbrica di mattoni e una forza che gli mostra la realtà al di là di quelle mura. Gli artisti selezionati sono Mateja Bugarin di Belgrado (interprete), Roberta Raciti di Catania (interprete) e Gabriele D’Italia, musicista di Palermo.

 

 

Alle 20.30 (in sala verde), a cura di Zo Centro culture contemporanee di Catania (mentore Pamela Toscano) e Malý Berlín di Trnava nella Repubblica Slovacca (mentore Soňa Jakubove), va in scena “[inter/medzi]forma”, performance multidisciplinare che esplora temi come la migrazione e la vulnerabilità. Parla di memoria collettiva e identità in frantumi, riflettendo un mondo frammentato e sfruttato da abitudini antropocentriche e senza limiti. La vulnerabilità spinge a confrontarsi con le difficoltà, i cambiamenti e i nuovi adattamenti. Gli artisti selezionati sono Riccardo Leotta, musicista e performer di Catania, Jori Josiphson, musicista e performer di Bratislava, e Maria Vittoria Magagna, video artist e performer di Verona.

Alle 21 ci si sposta negli spazi esterni di SpiazZo, per la classe di percussioni del festival “Rebound!” a cura di Josè Mobilia. Una riflessione sul mondo degli operai nelle industrie.

 

 

Venerdì 5 luglio seconda giornata di performance site specific. Si inizia alle 20 (in sala verde) con “Weaving” a cura della siracusana Ortigia Sound System (mentore Enrico Gambadoro) e della compagnia francese di Lione Cie Anteprima (mentore  Antonella Amirante). La tessitura ripercorre la storia del passaggio dalla produzione di seta a quella di rayon nella città di Lione. Questa performance è stata creata a “L’autre Soie”, Villeurbanne, il nuovo centro industriale dopo l’invenzione del Rayon, e sostenuta dall’associazione culturale CCO La Rayonne. Gli artisti coinvolti sono i catanesi Mirko Puliatti (visual, Vj, performance) e Mara Angileri (testo, suono e performance), insieme con la francese Aline Clair (sound design, narrazione e performance).

Alle 20.30 (in sala verde) seguirà “Re-Set”, a cura dell’associazione Darshan (mentore Mario Gulisano) e della ungherese Mediaevent Szolgaltato KFT di Budapest, mentore  Geza Nagy. “Re-Set” è una performance multimediale sul centro Babel Camp di Balatonboglár, città magiara sul lago Balaton, incentrata sulla storia di Josef, un lavoratore con un computer Olivetti negli anni Settanta. Gli artisti selezionati sono Noemi Aprea,  montatore video e audio di Catania, Maté Gulyas, montatore del suono e interprete di Budapest, e William Caruso, regista e interprete di Messina.

 

 

Alle 21 (in sala verde), l’ultima performance, “Lor”, a cura del centro culturale tedesco Zentralwerk di Dresda (mentore Barbara Lubich) e della piattaforma per le iniziative culturali Izolyatsia del Donetsk ucraino (mentore Oleksandra Khalepa). L’acronimo “Lor” sta per “Layers of Resistance”, una performance ponte tra Zentralwerk e Izolyatsia, ambientata nella natura della Sassonia, precisamente in un sentiero degli Alpinisti Rossi, un gruppo di resistenza comunista. Gli artisti selezionati sono la catanese Anthea Ipsale (performance e suoni), la tedesca di Dresda Ronja Sommer (performance e visuals) e l’ucraino di Kiev Oleksander Harpoon (musica dal vivo nella natura). Purtroppo Harpoon non sarà presente alla performance perché non ha ricevuto il visto ucraino per lasciare il Paese a causa delle recenti nuove leggi sulla mobilitazione militare. Pamela Toscano: «Non vogliamo giudicare le scelte politiche, per noi è una mancanza molto grave e significativa, dopo più di un anno di lavoro il musicista ucraino è impossibilitato ad essere presente e completare il progetto».

 

Zo Centro culture contemporanee: piazzale Rocco Chinnici 6, Catania.

 

 

 

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