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“Scintille” e le operaie bruciate nel 1911 a New York

CATANIA – Sabato 29 giugno alle 21, nel Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini, va in scena lo spettacolo “Scintille”, testo e regia di Laura Sicignano, protagonista Laura Curino. L’evento – promosso dal Teatro Stabile di Catania – è inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2019 – L’Università per la città” che fino al 2 agosto propone concerti, proiezioni, spettacoli teatrali e incontri negli edifici storici dell’Università di Catania.
“Scintille” parla di donne lavoratrici sfruttate senza alcuna sicurezza e protezione. Parla di morti “bianche” e giustizia negata. Parla del sogno americano infranto. E’ una storia accaduta agli inizi del Novecento, ma potrebbe ripetersi oggi in tante parti del mondo, nonostante i diritti conquistati e spesso rimasti sulla carta. Una storia vera.
La protagonista rievoca infatti la tragedia avvenuta a New York, sabato 25 marzo 1911, nella fabbrica Triangle Waistshirt Company, nel quale morirono 146 operaie. Bruciate come streghe ribelli, in una grandine di lucide scintille che si sono disperse nell’aria in cenere. Il monologo, pluripremiato in Italia e all’estero, è affidato all’interpretazione di un’attrice del calibro di Curino, maestra del teatro di narrazione. Sola in scena, spetta a lei rievocare la storia e le vittime dell’orribile incendio alla TWC, che gli americani chiamano ancora emblematicamente “The Fire”, sebbene sia trascorso più di un secolo, ed è diventato uno degli eventi fondanti della Festa della Donna.
Lo spettacolo rievoca quella giornata dal punto di vista delle protagoniste, una madre e due figlie, emigrate dall’Italia in cerca di fortuna. «Un monologo corale», è con un ossimoro che Laura Sicignano definisce il suo spettacolo: «Non una narrazione, ma una molteplicità di interpretazioni, dove il personaggio di una madre, Caterina, come una matrioska, contiene ed emana da sé gli altri personaggi, le figlie, e un coro di altre figure secondarie, ma non minori».
La protagonista maneggia con amore e semplice familiarità la storia e le forbici da cucito, scorre con delicatezza da un personaggio all’altro, da un polsino ad un colletto. La madre cuce in scena le camicie delle sue figlie bruciate. Alla fine il testimone passa allo spettatore a cui l’attrice chiede di non dimenticare, con la dolcezza dolorosa di chi ha subito un torto, ma non può da sola trovare un risarcimento». Perché? La domanda “perché” ritorna nello spettacolo, come un’accusa ad un destino oscuro che le protagoniste non hanno più voglia di chiamare “Dio”. Che Dio è, quello che manda i suoi figli a morire? Che madre è, colei che si salva, dimenticandosi delle proprie figlie?
La produzione dello Stabile catanese, si avvale delle musiche originali di Edmondo Romano, le scene di Laura Benzi, i costumi di Maria Grazia Bisio, il disegno luci di Tiziano Scali, con il contributo di Federico Canibus, tecnico delle luci e del suono. Di rilievo la ricerca storica condotta da Silvia Suriano per ricostruire il fatto, la brutale assurdità che lo ha generato, il contesto sociale e civile.
I biglietti possono essere acquistati al botteghino in loco. Prezzi: intero 10 euro, 7 euro ridotto personale universitario, 5 euro ridotto studenti.

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