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Mandira Improta, la danza come “preghiera in movimento”

Chi è Mandira Improta?
Mandira è una performer, coreografa, ricercatrice ed insegnante di movimento olistico sacro, riconosciuta a livello internazionale.
Laureata in antropologia alla Sapienza di Roma con tesi sul teatro fisico, è stata sin da giovanissima un’indagatrice del profondo. Da adolescente, iniziata alle meditazioni attive, allo yoga e al Qigong, che inizia a praticare con grande passione approfondisce parallelamente attreverso varie scuole l’astrologia, il simbolismo e la mitologia, i sacri archetipi  e il sacro feminino.
Frequenta durante l’università, corsi di teatro, clown e scrittura comica, entrando a far parte del cast di Zelig per una stagione a Torino. Fu dopo un viaggio in India, affascinata dalla bellezza e complessità della danza indiana, decide di dedicarsi allo studio di questa antichissima arte, sotto la tutela della sua guru indiana Sathya Priya Ramana.
Viaggiando per l’India scopre in Rajasthan le danze gitane dei Kalbelya, un popolo nomadico del deserto, da sempre incantatori di serpenti. Matrice del flamenco e delle danze medio orientali, la danza Kalbelya è allegra e piena di vitalità. Studia con Raki, Anita e Sunita Sapera, mentre con il coreografo indiano Hemant Devara si perfeziona  nello stile kathak sufi & ghoomar, nel villaggio sacro di Pushkar.

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Una donna in movimento
Non potrei proprio concepire la mia vita: danza, yoga, qigong, sport vari, corsa, bici.. sono quella che gli americani chiamano “a movement junkie” ossia una drogata del movimento.
Il corpo sa, ricorda e attraverso un certo tipo di movimento mirato e ritualizzato,  quello che può essere definito un “lavoro consapevole”, e ancora mediante il respiro possiamo riscoprire a poco a poco il nostro tesoro perduto.
Tutto passa attraverso il corpo, è “il nostro sacro tempio”, il movimento intenzionale è più profondo ed efficace di una preghiera.
Mi piace definire la mia danza una preghiera in movimento.

La danza
Quando si sente parlare di danze orientali il pensiero va immediatamente alla danza del ventre. La belly dance ha iniziato a prendere piede in Italia negli anni ’90 ed è dilagata a macchia d’olio, tante donne state attratte dai movimenti serpentini, dalla confidenza che le danzatrici trasudavano nei loro costumi cangianti ed esotici, dagli spettacoli così sensuali e provocanti.
Se invece ci spostiamo verso il centro Asia, un po’ più là oltre il golfo persico, troviamo una civiltà antichissima che diede i natali ad un impero vastissimo e potente: l’impero persiano. Chiamata la terra degli ariani, qui veniva venerato il dio Mithra, una divinità solare che compare già nei Veda nel I millennio a. C.
Si sa molto poco della danza persiana in occidente, in parte perché dopo la rivoluzione islamica del ’79 furono vietati tutti gli spettacoli in Iran e gli artisti vennero perseguitati in modi brutali. La maggior parte di loro scappò dal paese rifugiandosi in Canada e Stati Uniti. In questi paesi le arti performative persiane rifiorirono in terre neutrali e prospere.
La danza trae ispirazione dall’arte della miniatura, piccoli dipinti su carta che illustravano i libri a partire dal XIII secolo, ma anche da altre espressioni d’arte in cui l’estetica ed il gusto persiano vengono esaltati. Ad esempio una grossa fonte d’ispirazione sono le volte e cupole delle moschee, o l’arte della calligrafia.

Adesso
Non proprio adesso ma nel 2010 mi trasferisco a Berkeley in California, dove vengo a contatto con la vibrante communita’ etnica di artisti della Bay area, qui venuta a conoscenza delle danze sacre della Via della Seta frequento le classi della danzatrice Miriam Peretz, per oltre 10 anni. Sempre in California entro a far parte della rinomata compagnia di danza “Ballet Asfaneh” e mi specializzo con loro in danza persiana, afghana ed uzbeka.
Allora decido di viaggiare per il centro Asia e in Uzbekisthan un paio di volte ad approfondire le loro danze in Tashkent, all’Accademia di stato “Tashkent State higher School of National Dance and Choreography” sotto la guida di Gulmira e Dilorom Madraximova.
Mandira vive tra l’Europa e l’India, dove ha fondato uno studio di yoga/danza a Goa “Dance Sanctuary”, ed insegna regolarmente in Italia, Spagna, Germania, Russia ed India.
Nel 2021 scrivo il mio primo libro, frutto di una lunga ricerca sull’estetica della danza in Iran – “La danza di Anahita -l’eleganza della danza Persiana: storia e decodificazione“.
Il mio progetto è di poter aprire presto un accademia di danze sacre nell’isola greca di Creta, nella culla di quella che fu la più importante e gioiosa civiltà matricentrica che ha adorato la grande madre: la civiltà minoica.

Info
Sito web https://www.mandiraimprota.com/
Facebook https://www.facebook.com/jivanmandira
Instagram https://www.instagram.com/mandiraimprota/

Pinterest https://gr.pinterest.com/improta0267/_saved/

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
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