Roma, 8 nov. – “Da stasera la frontiera è aperta”. Con questo annuncio fatto dal leader del partito comunista berlinese, Gunter Schabowsky il 9 novembre 1989 si dà il via allo smantellamento del Muro di Berlino, il principale simbolo della Guerra fredda, fatto costruire nel 1961 dal regime di Walter Ulbricht.
Il muro era lungo più di 155 km e dopo la prima costruzione nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all’interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest creando la cosiddetta “striscia della morte”. In seguito il primo muro fu abbattuto e nel 1965 iniziò la costruzione della terza generazione del muro, composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il 4° muro, la cui costruzione era iniziata nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45mila sezioni separate.
Nel 1989 le proteste contro il governo della Germania Est iniziarono al passaggio dei primi treni provenienti dall’Ungheria e dalla Cecoslovacchia. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per passare nella Germania dell’Ovest. Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, aveva ricevuto il compito di darne notizia. Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, fu recapitata a Schabowski la notizia che il politburo della SED aveva deciso che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con appropriato permesso.
Senza avere delle direttive precise dichiarò: «Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.»
Dopo l’annuncio migliaia di berlinesi dell’Est si precipitarono chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine non sapendo come comportarsi iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori e furono costretti ad aprire i posti di blocco senza alcun controllo sull’identità.
Il 9 novembre è da sempre considerata la leggendaria data della caduta del Muro.
L’anno seguente, il 21 luglio 1990, i Pink Floyd diedero un concerto per celebrare la caduta del Muro, mettendo in scena un’esecuzione dal vivo di The Wall.