PALERMO – “Basta ferie, tornate in ufficio”. A parlare è il dirigente della Regione siciliana Salvatore D’Urso che in una intervista al Corriere della Sera se la prende con gli “scansafatiche che pretendono di grattarsi la pancia lasciando imprese comuni senza risposte, senza fondi”. D’Urso è al vertice del settore Energia e nell’intervista se la prende con i “lagnusi”, cioè i dipendenti pigri. D’Urso è stato attaccato dai sindacati per avere chiesto, con una circolare, ai dipendenti di tornare in ufficio dopo quattro mesi, a causa del lockdown, di lavoro smartworking.
Per i sindacati i mesi a casa sono stati uno stress per i lavoratori. “Ma che ci prendono per i fondelli? – dice – Torni in ufficio dopo questa pausa in una Sicilia i ginocchio e il primo pensiero è di andare in ferie. Ma aspetta almeno Ferragosto e in questi venti giorni lavoriamo”. D’urso ha chiesto di “rinviare le ferie perché con l’abbandono delle scrivanie si blocca l’istruttoria delle pratiche perle energie alternative, i passaggi di risorse ai comuni boccheggianti e alle imprese, comprese Enel e Terna. Non hanno capito che così rischiano i loro stessi stipendi”. E ricorda che il servizio che dirige “ha fondi comunitari da distribuire per 560 milioni di euro”. “L’intero assessorato arriva con acque, rifiuti e depurazione a quasi un miliardo e 200 milioni. Che facciamo? Restiamo immobili su una montagna di denaro disponibile?”. E sui sindacati: “Si devono mettere in testa che il regionale, come forse lo statale, ha molti diritti ma spesso non ha coscienza dei doveri”.
(Adnkronos)