CATANIA – “La categoria degli autoferrotranvieri è quella che negli ultimi tempi, ed in particolare in questo anno in cui la pandemia ha preso il sopravvento, è stata abbandonata e relegata a se stessa. Non basta ricordarsi delle donne e degli uomini del trasporto pubblico locale quando accadono episodi criminali, come quello che si è registrato ieri in piazza della Repubblica a Catania, ma bisogna porre questi lavoratori ogni giorno al centro dell’attenzione.” A puntare il dito contro l’indifferenza generale nei confronti di un intero settore è la Ugl etnea, con il segretario territoriale Giovanni Musumeci ed il vice segretario nazionale della federazione Autoferrotranvieri Giovanni Scannella. “All’autista dell’Azienda metropolitana trasporti vittima di questo gravissimo episodio, insieme al segretario aziendale della nostra organizzazione Maurizio Vitello, rivolgiamo ovviamente un pensiero di vicinanza e gli auguri di una guarigione rapida, ma nel contempo non possiamo ancora una volta manifestare e condividere il suo (e quello di tutti gli altri colleghi) terrore nell’affrontare quotidianamente una situazione al limite della follia. Gli operatori sono stati sin dall’inizio in prima linea, particolarmente esposti al rischio di contagio da Covid-19 e relegati a dover fare rispettare le regole relative alla capienza ed al distanziamento.
Il tutto – fanno notare – mentre ancora oggi non si ha alcuna prospettiva sulle vaccinazioni per le circa 700 unità di personale della società partecipata comunale, pratica che come Ugl avevamo chiesto da tempo e che adesso è stata pure considerata con il protocollo sottoscritto a livello nazionale da Governo e sindacati. Senza risposte rispetto a questa continua degenerazione, siamo disposti ad indire lo stato di agitazione del personale e chiedere aiuto alle istituzioni governative, perché vi sia maggiore protezione sia dei lavoratori dell’Azienda metropolitana trasporti che dell’intera divisione degli autoferrotranvieri che operano nella Città metropolitana di Catania – concludono Musumeci e Scannella.”