Catania, 23 febbraio 2022 – Crescita occupazionale di 170 persone nel 2021, 100 previste per il 2022. Sono il frutto dei risultati importanti ottenuti dal sito StM di Catania. Ma occorre non perdere tempo per investire risorse del PNRR nel settore. Lo affermano la Fim Cisl nazionale e regionale e la Cisl di Catania.
Nelle giornate di 21 e 22 febbraio, infatti, i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno tenuto le assemblee dei lavoratori nel sito STMicroelectronics di Catania per informarli dell’incontro che c’è stato il 21 pomeriggio tra Direzione di STMicroelectronics Italia e la RSU di stabilimento, le segreterie territoriali e nazionali. Nella riunione è stata aggiornata la fase di realizzazione del piano industriale nel sito di Catania.
L’amministratore delegato di STM Italia, Orio Bellezza, ha relazionato circa gli investimenti effettuati nel 2021, che sono ammontati a circa 260 milioni di euro, (per un miliardo di dollari complessivo nell’ultimo quinquennio) aumentando la capacità produttiva delle lavorazioni in silicio a 8 pollici e aumentando anche la capacità produttiva del Carburo di Silicio (la nuova tipologia di prodotto) con il completamento di nuove clean room che prevedono l’installazione di macchinari di ultima generazione e per la lavorazione di substrati in carburo di silicio anche a 8 pollici.
«I risultati importanti ottenuti dal sito di STM di Catania – sottolineano il segretario nazionale della Fim Cisl Massimiliano Nobis, il segretario regionale Pietro Nicastro e il segretario generale della Cisl etnea Maurizio Attanasio – sono rafforzati anche dalla crescita occupazionale di 170 persone nel 2021 e di altre 100 previste per il 2022, di cui la maggior parte laureati in Ingegneria, Chimica e Fisica».
«È necessario, come richiesto dai lavoratori nelle assemblee – sottolineano ancora Nobis e Nicastro – rafforzare anche le squadre di produzione con l’inserimento di nuove persone. Dall’incontro ci si aspettavano anche risposte circa l’investimento che potrà rafforzare la crescita produttiva e occupazionale del sito Catanese: la fabbrica di substrati di carburo di silicio. Considerando che le strategie di produzione di Chip in Europa non sono ancora definite, aggravando il ritardo rispetto ai paesi Asiatici e agli Stati Uniti che attualmente detengono circa l’80% della produzione mondiale, la realizzazione di un prodotto come il semiconduttore in Carburo di Silicio (SiC), che per caratteristiche di alta affidabilità nella conduzione elettrica e nella potenza, sarà particolarmente richiesto dal mercato dell’automotive, risulta strategico non solo per il sito di Catania ma per l’intera Europa».
L’azienda circa la realizzazione dell’investimento attende ancora conferme sul sostegno economico al progetto dal Ministero dello Sviluppo Economico, che a sua volta dice di attendere il via libera dall’Europa. Su questo tema direzione aziendale e i rappresentanti sindacali hanno deciso di convocare un nuovo incontro nel breve periodo per avere aggiornamenti sullo stato di avanzamento dell’investimento.
«Nei prossimi giorni – annunciano Nobis e Nicastro – ci attiveremo, insieme a Fiom e Uilm, per sollecitare il Mise non solo per sostenere la bontà e la necessità dell’investimento su Catania, ma anche per conoscere la strategia del Governo sul settore dei semiconduttori sia in ottica di sostegno delle produzioni già in essere nel nostro paese che di sviluppo».
«Quante risorse del PNRR si intendono investire su questo settore – si chiedono Nobis, Nicastro e Attanasio – che sarà sempre più strategico per l’intero comparto manifatturiero italiano? C’è la volontà politica a partecipare, con progetti di ricerca e di sviluppo, ai piani specifici promossi dall’Europa come il Chip Act, sostenuto da impegno finanziario complessivo di 43 miliardi di euro?»
«La Presidente Ursula Von Der Leyen, a margine della presentazione dell’intervento del Chip Act che rientra nel piano 2030 Digital Compass si propone di produrre in Europa un quinto dei chip del fabbisogno mondiale entro la fine del decennio, ha sostenuto che “non c’è tempa da perdere. Come FIM CISL e come Cisl ne siamo convinti, a partire dal sostegno di progetti come quello di Catania».