Premiato come Miglior Sommelier della Sicilia nel 2023 e come Miglior Sommelier dell’Etna nel 2024, entrambi concorsi organizzati da AIS (Associazione Italiana Sommelier) Sicilia, Claudio Di Maria è un ingegnere edile e architetto che da alcuni anni è passato nel mondo del vino.
Susanna Basile: “Quando hai iniziato la tua carriera nel mondo del vino?”
Claudio Di Maria: “Sono diventato sommelier nel 2017 da qualche anno mi occupo dell’accoglienza come brand Ambassador di una cantina sud est dell’Etna. È stata la passione a coinvolgermi, sono diventato sommelier professionista ho vinto due concorsi AIS Sicilia e…
S.B.: Sei figlio di Orazio Di Maria: quanto ha influito il rapporto padre e figlio nella tua scelta?
C.D.M.: È chiaro che sono figlio d’arte mio padre è Orazio Di Maria, negli anni in AIS io sono sempre stato il figlio di Orazio e poi sono diventato il compagno di Federica Milazzo il Miglior Sommelier di Sicilia del 2022 . L’anno scorso mi sono riappropriato del mio nome e ultimamente è successo che a mio padre hanno chiesto se fosse il padre di Claudio Di Maria. In dieci anni abbiamo chiuso questo cerchio padre figlio e famiglia…
S.B.: Cosa ti ha spinto a cambiare completamente tipo di lavoro?
C.D.M.: All’inizio è stata la curiosità, anche la componente strutturale del vino, a volte veramente tra ingegneria e architettura ci vuole una rapporto razionale di equilibrio. Penso anche la creatività di un vino, nel mondo di AIS ho fatto il corso ma conoscevo già tutti quando ho iniziato a lavorare per la cantina ho capito che questa era la mia strada è un mondo così bello e diversificato così pieno di possibilità esperienziali.
S.B.: Ci racconti oggi qual è la figura del sommelier?
C.D.M.: Il sommelier è un ruolo fondamentale nell’hotelleria e ristorazione perché parla di vino, perché parla di abbinamento cibo e vino, perché parla di cultura perché il vino è intrinsecamente legato alla cultura del luogo. Il sommelier oggi è un comunicatore, deve narrare fare storytelling deve parlare della realtà che c’è intorno ad un calice. Ormai le informazioni si possono cercare su internet, ma ci sono aneddoti, ci sono storie che non possono essere raccontate dalla rete ma che deve trasmettere il sommelier. Nel caso in fattispecie noi di AIS ci occupiamo dell’abbinamento cibo e vino per esaltare il piatto e per esaltare il vino, il connubio deve essere interscambiabile. E non è così scontato come sembra. Per esempio esistono delle regole per abbinare il vino a volte per concordanza a volte per contrapposizione.
S.B.: Come hai fatto a vincere i due concorsi più importanti in Sicilia?
C.D.M.: Vuoi dire “Perché mi è andata bene durante i concorsi?”. Due parole: Comunicazione in termini professionali. Il concorso del Migliore Sommelier dell’Etna pensa che ci tenevo di più di quello del Miglior Sommelier della Sicilia perché lavoro sull’Etna territorio unico che ha una storia millenaria ma una storia giovanissima nell’ambito della viticultura. Siamo il fiore all’occhiello della viticultura siciliana perché esprimiamo un territorio nettamente variegato caratteristiche trend cool del vulcanico. L’Etna ha due vitigni eccezionali nerello mascalese e il carricante, e poi nerello cappuccio e catarratto che sono due complementari, con solo questi quattro vitigni, in base alla differenza di altitudine e la differenza di esposizione ci si permette di avere la produzione di alcuni vini migliori di Italia. quindi essere ambasciatore dell’Etna è il migliore riconoscimento che mi poteva capitare.