Raramente mi capita di recarmi a casa della famiglia di un’artista ma Elisabetta Lo Greco così giovane, ha 22 anni, aveva bisogno di una cornice, di un contesto, che mi facesse capire la grande e raffinata maturità delle sue opere: i suoi genitori sono presenti all’intervista dal vivo, su cui baseremo le domande scritte. Si discute, padre ingegnere, figlia ingegnere, di solito funziona così… lei si dichiarava pronta ad affrontare questa professione con la variante di ingegneria aereo spaziale. Ma poi le cose sono andate diversamente, iniziando dalla fortuna di avere un padre che faceva il pittore per hobby, Michele un affascinante ingegnere e un artista “autodidatta” che la moglie Rita ha da sempre caldeggiato nella sua produzione. La madre: “A volte i ragazzi non si rendono conto di quale sia il loro talento. Magari io sarò invasiva nei confronti di Elisabetta ma pensavo fosse un’artista. Lei pensava che noi non fossimo d’accordo. I genitori a volte vedono dove i figli non vedono, ma devono avere l’abilità di aspettare una loro decisione dimostrando di essere pronti”.
Si discute se fare l’artista sia un lavoro o meno e i genitori arrivano ad una conclusione che oggi la professione dell’artista ha diversi sbocchi, come nella grafica e nell’illustrazione. E ci vuole coraggio per fare questa scelta. Loro sono pronti a sostenere Sabeth ma nello stesso tempo hanno paura che l’età e l’improvviso successo della ragazza la possa portare a scelte sbagliate.
E poi le domande a Sabeth che mi ha risposto così.
Chi è Elisabetta Lo Greco?
Ho 22 anni e sono una studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Catania. Sono Pesci ascendente Scorpione, e forse è per questo che sono una persona estremamente creativa ma al tempo stesso molto razionale. Per di più, investo tutte le mie emozioni in ciò che faccio, sperando di trasmetterle agli altri.
Perché ti fai chiamare Sabeth?
Quando ho iniziato a propormi nei social network sentivo l’esigenza di trovare un nome più breve e semplice da ricordare. “Sabeth” è nato un po’ per gioco ma col tempo mi sono affezionata.
Come nasce questa passione?
Ho sempre avuto la passione per l’arte. Per quanto riguarda l’illustrazione nel particolare, mi ci sono avvicinata qualche anno fa dopo aver ricevuto in regalo la mia prima tavoletta grafica.
Dall’ingegnere aereo-spaziale perché voglio costruire le navicelle alla pittura… come è successo?
Nel 2017 sono tornata a Catania per continuare il mio percorso di studi di Ingegneria. Ricordo che non riuscivo a concentrarmi sullo studio e che l’unica cosa che volevo fare in quel periodo era dipingere.
Quanto tuo padre ingegnere e pittore ti ha influenzato?
Io e lui siamo molto simili, ed è sempre stato un modello per me. Ho sempre pensato che avrei fatto l’ingegnere di professione e avrei dipinto per hobby come lui. Ora invece, cerco di rendere quel che credevo un semplice passatempo la mia futura professione.
Quanto tua madre ti ha spronato a lasciare ingegneria per l’accademia?
Ho avuto un periodo di crisi in cui non riuscivo a concentrarmi sugli studi e quindi non rendevo agli esami. Ho capito che non era la strada giusta per me solo dopo due anni e mezzo, in particolare, la mia difficoltà era accettare di ricominciare un nuovo percorso da capo, e la paura che potesse non assicurarmi un lavoro. I miei genitori sono stati i primi a supportarmi e a spronarmi affinché io cambiassi e mi avvicinassi di più al disegno.Oggi posso dire che cambiare è stato difficile, ma sicuramente è stata la scelta più giusta.
Come è iniziata l’ esperienza dei “quadri grafici”?
Prima di arrivare al mio stile attuale, disegnavo delle vignette in digitale. Un anno decisi di regalarne una ai miei genitori per Natale e decisi di farla stampare per poterla appendere. Così ho preso l’abitudine di stampare e incorniciare le mie illustrazioni preferite.
Perché secondo te questo successo “inaspettato”?
Subito dopo aver pubblicato le mie prime illustrazioni, ebbi una crescita inaspettata di followers. Non ero sicura di essere pronta perché per me era un mondo nuovo e avevo appena iniziato a sperimentare. Ora, col tempo sto cercando di abituarmi e di sfruttare questa grande fortuna.
Mi dicevi che la tua produzione dei “quadri grafici” ti lascia in parte insoddisfatta per quale motivo?
Le mie illustrazioni hanno un’inquadratura molto fotografica e tendente a rispettare prospettive e proporzioni reali, ma ammetto che mi piacerebbe avere uno stile più libero e meno costruito.
Qual è la funzione dell’arte?
Credo sia davvero difficile rispondere a questa domanda. Per me la sua funzione è quella di trasmettere emozioni e messaggi.
Ti sono arrivate proposte di collaborazione?
Sì, attualmente sto scrivendo una Graphic novel per la New-Book Edizioni.
Ritieni motivate le paure dei tuoi genitori rispetto alle proposte che ti sono arrivate: magari di viaggiare, avere un curatore per le tue mostre, firmare contratti di editoria…insomma Sabeth tu hai paura? Cosa vuoi rappresentare nei tuoi disegni? L’amore la tenerezza l’amicizia l’eros….
Ho tantissima paura e spesso non mi sento pronta, soprattutto quanto più è grande il mio desiderio di sperimentare cose nuove. Ci sono molte cose che non conosco e molte opportunità che invece imparo ad affrontare, solo affrontandole. Alla fine, mi sono resa conto che bisogna buttarsi con coraggio in quel che non si conosce per essere più di quel che si era prima. Il tema che affronto principalmente è quello dell’amore, ma a tal proposito chissà… magari potrebbero esserci in futuro dei cambiamenti inaspettati.