CATANIA – Una mostra per far superare il pregiudizio sui microrganismi come causa di malattie, mostrandone invece la bellezza visiva e l’importanza per la sopravvivenza del nostro pianeta, ma anche per affrontare le nuove sfide della società moderna in diversi campi come la sicurezza alimentare e la salvaguardia dell’ambiente.
Ben 44 immagini, ottenute con sofisticate tecniche di microscopia per visualizzare organismi piccolissimi, che sono state scattate in diverse collezioni di microrganismi italiane ed europee e che da ieri possono essere ammirate grazie alla mostra fotografica itinerante “Microrganismi straordinari” collocata al piano terra (sala 6) del Palazzo centrale dell’Università di Catania.
Ad inaugurare la mostra è stato il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, insieme con la coordinatrice scientifica Cinzia Caggia (in collaborazione con il prof. Giovanni Signorello, direttore del Cutgana) e la docente Cristina Varese dell’Università di Torino.
La mostra – che si compone di 40 pannelli divisi in sei sezioni (virus, batteri e archea, simbiosi, microalghe, lieviti e funghi) – è realizzata dal dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, dal centro di ricerca Cutgana e dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Catania con la collaborazione della Società Italiana di Microbiologia Alimentare, Agraria e Ambientale e sarà visitabile fino al 31 ottobre (dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 19, sabato e domenica chiusa).
«La mostra consente di far conoscere e scoprire la parte migliore e nascosta di parte della natura, in questo caso i microrganismi che non vediamo a occhio nudo, ma che, grazie a questa esposizione, sono messi in evidenza e presentati al grande pubblico – ha spiegato il rettore Francesco Priolo -. Ancora una volta l’Università di Catania offre al pubblico un evento di grande rilievo».
Sui contenuti della mostra la coordinatrice Cinzia Caggia, ordinario di Microbiologia agraria del Di3A dell’Università di Catania, ha evidenziato «l’importanza e la necessità di sfatare il mito dei microrganismi visti solo come causa di malattie e non come organismi essenziali per l’ecologia dell’uomo e della terra alla luce delle diverse applicazioni in tutti i settori biotecnologici: dalla produzione di alimenti sicuri e funzionali, alla produzione di farmaci e biomateriali, terapie mediche e, in genere, riconosciuti come essenziali per la sostenibilità ambientale». Proprio il Di3A da tempo è «impegnato in diverse ricerche sull’importanza dei microrganismi come fitopatogeni e per la fermentazione degli alimenti, ma anche per la sicurezza degli alimenti, per la fertilità del suolo e per altre applicazioni in agraria» ha aggiunto la docente.
L’esposizione – nata dal progetto “Microrganismi in Mostra” dell’Università di Torino, in collaborazione con la Fondazione CRT, l’European Culture Collections’ Organization (ECCO) e la Regione Piemonte – è stata ideata in occasione del quinto Congresso Internazionale Microbial Diversity: as a source of novelty: function, adaptation and exploitation” in programma al Monastero dei Benedettini da oggi a venerdì.
Un congresso che ha richiamato 250 partecipanti provenienti dalla Cina, India, Pakistan, dai paesi del Mediterraneo oltre che dagli Stati Uniti e ovviamente da tutta l’Europa, in particolar modo dall’Inghilterra e dall’Olanda. «Il congresso ormai rappresenta una tappa nota a tutti gli esperti del settore, ma non solo visto che la diversità microbica e le diverse applicazioni richiama la presenza di nutrizionisti, medici, farmacisti, ambientalisti e anche fisici – ha spiegato la prof.ssa Caggia -. Nel corso del congresso i partecipanti si confronteranno sulle nuove scoperte sui microrganismi e sulle loro applicazioni per la salvaguardia dell’ambiente e in particolar modo nel campo del risanamento dei siti naturali».
L’itinerario della nostra tra le 6 sezioni: virus, batteri e archea, simbiosi, microalghe, lieviti e funghi.
Il percorso parte dai Virus, che, formati solo da un capside proteico contenente materiale genetico, hanno sviluppato strategie straordinarie per introdursi nelle cellule e usarle allo scopo di replicarsi. Grazie a tale abilità, oggi sono utilizzati in molte applicazioni biotecnologiche (lotta biologica, produzioni di farmaci) e per curare gravi malattie genetiche.
Altrettanto stupefacenti sono gli Archea e i Batteri. I primi colonizzano gli ambienti più estremi e inospitali della Terra come geyser e saline. Hanno caratteristiche metaboliche straordinarie: ad esempio sono gli unici organismi in grado di vivere a temperature superiori ai 100 °C e in grado di produrre il metano. La maggior parte dei batteri è fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi e degli organismi con cui spesso vivono in stretta associazione. Come componente principale del microbioma umano costituiscono almeno 2 Kg del nostro corporeo di un uomo! Sono utilizzati in moltissime applicazioni biotecnologiche.
La quarta sezione è dedicata alle simbiosi, associazioni intime fra due organismi, che portano vantaggi a entrambi (simbiosi mutualiste). I microrganismi ne instaurano numerose sia tra loro, che con piante o animali. È grazie alla simbiosi con funghi e batteri che le piante hanno potuto colonizzare le terre emerse. I licheni, sono il risultato della simbiosi tra funghi e microalghe o cianobatteri e sono importanti indicatori ambientali e fonte di nutrimento per molti animali. Molto importanti sono anche le simbiosi tra funghi e insetti: i funghi sostengono la nutrizione degli insetti in cambio di una nicchia ecologica esclusiva.
Si prosegue con le microalghe, i principali organismi fotosintetici, insieme alle piante, e componenti essenziali del plancton. Sono già utilizzate per la produzione di biocarburanti e di una vasta gamma di metaboliti (proteine, lipidi, carboidrati, carotenoidi o vitamine) usati come integratori alimentari, nella mangimistica e nel settore farmaceutico e cosmetico.
Si passa poi ai lieviti, noti soprattutto per il loro uso alimentare (produzione di pane e altri prodotti lievitati, vino, birra, aceto, formaggi, salumi e la conservazione acida di prodotti vegetali), sono molto utilizzati anche a livello industriale per la produzione di molecole come l’acido citrico e per l’espressione eterologa di molecole di interesse farmaceutico (ad esempio la produzione del vaccino per l’epatite B). Anche loro vivono spesso in stretta associazione con altri organismi, tra cui gli umani, per ci quali sono una componente importante del microbioma.
Si conclude con i funghi filamentosi, organismi costituiti da un insieme di sottili filamenti, di pochi micrometri, detti ife (che insieme costituiscono il micelio) che si possono sviluppare per metri e aggregare a formare strutture macroscopiche, tanto che il più grande organismo presente sulla Terra è un fungo! Colonizzano tutti gli ambienti, dove svolgono ruoli cruciali per la sopravvivenza del pianeta Terra e sono utilizzati in diversi settori industriali: alimentare (dalla stagionatura dei formaggi e dei salumi alla produzione di coloranti alimentari e di aromi); farmaceutico (dalla produzione di antibiotici, immunomodulatori e anticolesterolemici); ambientale (agricoltura sostenibile e biorisanamento) e nella produzione di biopolimeri e biomateriali.