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Soundtrack Residencies 2.0, da Zō la fase finale del progetto dopo lo stop

Dopo un anno abbondante di stop a causa delle restrizioni dovute agli effetti della pandemia, la nuova stagione delle riaperture accoglie la fase finale di SoundTrack – Residencies 2.0, il progetto formativo di Zō Centro culture contemporanee di Catania (unico organismo di programmazione multidisciplinare in Italia riconosciuto dal Ministero della Cultura), realizzato con il sostegno del Ministero e della Siae nell’ambito del programma #PerChiCrea. Il progetto è riservato a sei compositori e musicisti siciliani under 35 con esperienza nella composizione e nell’esecuzione di musica elettronica e che siano specificamente interessati ad approfondire il loro percorso creativo nell’ambito dei meta-linguaggi finalizzati alla creazione di colonne sonore per audiovisivi. Alla fine del 2019 la call di SoundTrack Residencies 2.0, progetto che nasceva dalla esperienza fruttuosa realizzata l’anno prima con SoundTrack Residencies Siae Sillumina 2018, intendeva proseguire quella ricerca creativa e riproporre l’esperienza nel nuovo bando.
I sei musicisti-compositori selezionati per Soundtrack Residencies 2.0 sono Alexander Toscano, Cristina Cutuli, Giuseppe Crapanzano, Gianpaolo Castro, Antonio Campisi e Antonio Todaro. Le sei residenze di creazione previste dal progetto sono focalizzate alla creazione di altrettante opere musicali inedite che esplorino la relazione tra la musica contemporanea e neoclassica, elaborata elettronicamente, e le sue possibili applicazioni in eventi performativi o prodotti audiovisivi in cui il suono sia parte di una drammaturgia composita e preveda l’utilizzo del video o della narrazione teatrale o della performance che non risulti puro accompagnamento ma linguaggio integrante dello spettacolo. La presenza di tutor di alto profilo – i musicisti Evan Lurie, Julia Kent, Stefano Pilia e Paolo Angeli per questa seconda edizione del progetto (e Teho Teardo, Andrea Belfi e Murcof in quella precedente) – e la struttura delle attività è garanzia di una seria occasione formativa per gli artisti in residenza. Selezionati gli artisti, le residenze hanno quattro diverse fasi di approfondimento, le prime tre fasi accompagnate dal tutoraggio e accompagnamento, mentre la fase finale porta alla messa in scena.

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Tre le fasi già esperite del progetto. A novembre del 2019 ha iniziato come tutor il pianista e compositore newyorkese Evan Lurie. Talento pianistico e compositore, fondatore (con il fratello John) dei Lounge Lizards, sue le colonne sonore di film come “Piccolo diavolo” e “Johnny Stecchino” di Roberto Benigni e gli arrangiamenti de “Il ballo di S. Vito” di Vinicio Capossela, a riprova di una forte vicinanza con l’Italia. Seconda tutor è stata a gennaio 2020 la violoncellista e compositrice canadese Julia Kent, musicista che usa loop, suoni ambientali e tessiture elettroniche per un’impronta musicale che è stata descritta come “cinematica e impressionista”. A febbraio 2020 il tutor è stato il musicista ligure, bolognese d’adozione, Stefano Pilia chitarrista da sempre attento sia alle forme classicamente “rock” che a quelle di avanguardia e ricerca sullo strumento. A maggio 2020 doveva chiudere l’iter formativo la formazione americana Pan American, bloccata in maniera definitiva dalla pandemia. Sarà quindi il musicista sardo Paolo Angeli a firmare gli ultimi tre giorni di workshop di Soundtrack Residencies, nei giorni 11, 12 e 13 giugno. Partendo dallo strumento tradizionale, Angeli ha ideato una vera e propria chitarra-orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotata di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione il musicista sardo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock.

Le sei opere inedite saranno presentate nei giorni 19 e 20 giugno. Questo il calendario delle performance sul palcoscenico esterno di SpiazZō: il 19 giugno suoneranno Alexander Toscano, Cristina Cutuli e Giuseppe Crapanzano; il giorno dopo sarà la volta di Gianpaolo Castro, Antonio Campisi e Antonio Todaro.

Sergio Zinna, direttore artistico di Zō Centro culture contemporanee: «Siamo felici di essere finalmente nelle condizioni di portare a compimento questo progetto, a cui teniamo in modo particolare, dopo un lungo periodo di stop dovuto alla pandemia. Zō infatti è un centro culturale che ha nell’attività di programmazione il suo fulcro centrale ma che promuove parallelamente (in maniera forse meno visibile) un intenso lavoro nell’ambito della formazione e della produzione. Soundtrack Residencies rappresenta una occasione di crescita per i giovani compositori siciliani di cimentarsi nella realizzazione di produzioni originali, frutto di un lungo processo di confronto e scambio con artisti di caratura internazionale. Un processo che sta già dando frutti interessanti e che speriamo possa proseguire negli anni. Un secondo step al quale stiamo già lavorando consiste nella possibilità di fare circuitare, fuori dai confini locali, le produzioni dei compositori siciliani selezionati. Chiudendo così idealmente il cerchio di una progettualità di crescita e promozione delle migliori energie creative della nostra terra».

Vediamo chi sono i sei compositori-musicisti e cosa proporranno per Soundtrack Residencies.

Alexander Toscano, Catania
Nato in Norvegia, 25 anni, intraprende gli studi in pianoforte classico in età tenera rivolgendo presto l’attenzione alla composizione, approfondendo parallelamente l’emisfero della musica elettronica e dell’improvvisazione. Ha fatto parte del trio Naitsab, dove ha spaziato tra elettronica, jazz e sperimentazione. Diplomatosi al conservatorio Vincenzo Bellini di Catania in pianoforte, sotto la guida del maestro Epifanio Comis, rivolge sempre più l’attenzione alla realizzazione di progetti musicali atti sia alla produzione musicale in studio sia alla performance live.
Titolo dell’opera presentata il 19 giugno: Dreamseq vol. 1. Soggetto: Alexander Toscano, Maria Vittoria Magagna. Video and Graphics: Maria Vittoria Magagna, Francesco Enriquez, Vlad Cernilevskij, Alexander Toscano. Audio: Alexander Toscano.
Imprimere il frammento visivo di ciò che si ha davanti, ricomporlo ad occhi chiusi, trovarne una sintesi.
Questa la genesi del motore immaginifico che il corto si propone di rintracciare, dove la somma dei frammenti rievocabili è in grado di generare forme, sequenze sonore e visive tanto quanto ricordi olfattivi e tattili; proponendo così uno sguardo in movimento, che non si limita alla prospettiva unica della realtà tangibile e non teme di cambiare identità al vissuto, di rivederne la funzione e i significanti.

 

Giuseppe Crapanzano, Barrafranca (Enna)
Nato a Caltagirone 31 anni fa vive a Barrafranca. Ha studiato pianoforte e armonia jazz. La passione, la dedizione e lo studio per la musica e soprattutto per la ricerca sonora e quindi l’elettronica e computer music, lo portano lontano dalla laurea in giurisprudenza. Nel 2016 si trasferisce a Napoli e consegue certificazioni relative a software di produzione musicale e del corso di “Musica Elettronica e Arti Digitali” alla Nut Academy. Con i da Black Jezus ha seguito, come tecnico del suono, le registrazioni in studio del disco “They Can’t Cage the Light”, in sede live come musicista ha curato e suonato le parti relative ai sintetizzatori, tastiere (piani elettrici) e sequencer. Nel 2017 ha pubblicato la live performance “My Skyline On The Roof”, dove la visione da sopra un tetto di un casolare si sviluppa in un tappeto sonoro creato un campionatore, un sintetizzatore e da effetti di ambiente che provano a sonorizzare la dimensione naturale della Sicilia interna.
Titolo dell’opera del 19 giugno: Geo-Metry Out-Side. Compositore/Musicista: Giuseppe Crapanzano. Autore del video: Giuseppe Crapanzano/Antonio Todaro.
Installazione audio-video, che si svilupperà attraverso materiale sonoro derivante da campionatori e sintetizzatori, che unisce la live performance alla sonorizzazione di immagini. Come movente c’è lo studio di materiale derivante dalla cosmologia, dalla storia, dalla storia dell’arte e della antropologia. Tutte queste materie sono in continuo legame e relazione con il nostro geo (la nostra terra) e con un’altra affascinante materia che è la geometria (ramo della matematica che studia lo spazio e le figure spaziali e da qui il titolo del progetto Geo-Metry). L’ambiente musicale punta comunque ad un viaggio sonoro a volte ipnotico, rilassante e solo alcune volte giungerà a situazioni incalzanti e repentine.

 

Cristina Cutuli, Catania
La 24enne etnea ha studiato teoria e solfeggio all’Istituto superiore di studi musicali Bellini di Catania, dove ha ottenuto il diploma di Compimento Inferiore in Pianoforte, ed ha studiato pianoforte jazz con Osvaldo Corsaro al C. E. S. M. (Centro Etneo di Studi Musicali). Nel 2018 ottiene il diploma di merito conferito dal C. E. T di Mogol per il testo originale in concorso “E sarà un attimo”. Dal 2010 al 2012 è stata pianista dell’Orchestra Jazz Giovanile Mediterranea (OjG JazzBand) diretta da Rino Cirinnà. Nel 2018 ha composto ed eseguito dal vivo l’opera originale “Imago Siciliae (tango tripartito per pianoforte) in occasione dell’inaugurazione di Arcaica, mostra personale di Giuseppe Livio esposta a Catania, Noto e Palermo.

Nel 2019 ha composto ed eseguito dal vivo due brani per pianoforte e voce ispirati alle opere di Dante (Tanto gentile e tanto onesta pare) e Cavalcanti (Chi è questa che ven ch’ogn’om la mira) in occasione della performance e mostra multimediale ‘’XX – Harcèlement de Rue’’ realizzata da Zō Centro Culture Contemporanee di Catania in collaborazione con Pamela Toscano e Juliette Fagot. Nel 2019 ha fatto parte del liveShow “REDio ft. Cristina Cutuli’’ (piano e voce) esecuzione di brani inediti durante l’evento oganizzato da Radio Zammù, radio dell’Università di Catania, e StudentLab.
Titolo dell’opera presentata il 19 giugno: La dernière danse (L’ultima danza). Compositore/musicisti: Cristina Cutuli. Autori del video: Cristian Scalia, Cristina Cutuli.
“La dernière danse” ripercorre quegli istanti che sfuggono al nostro controllo: parole indelebili, ricordi e traumi scolpiti nella nostra memoria. Più tentiamo di dimenticare, più ne rendiamo vivo il ricordo. Un viaggio a stazioni in bianco e nero fatto di 15 scene in cui un personaggio esegue le proprie ossessioni un’ultima volta prima di estinguerle irrimediabilmente. Le immagini e i suoni associati a ciascun ricordo sono scolpiti nella memoria del personaggio che rimane confinato in un unico spazio e in un unico tempo – quello del suo presente – ed esegue una partitura che scaturisce dalla combinazione tra trauma visivo e trauma uditivo. Nella rievocazione, ciascuno di questi momenti viene tradotto in un connubio tra movimento ripetitivo, partitura ritmico-musicale e voce fuori campo, dove quest’ultima corrisponde ai pensieri del personaggio. “La dernière danse” è la danza che precede la salvezza, momento di liberazione dalle ossessioni del proprio passato.

Antonio Campisi, Siracusa
L’oggi 34enne musicista siracusano a 15 anni comincia lo studio della chitarra elettrica e successivamente del basso elettrico all’Accademia Allemanda di Siracusa (Yamaha Music School) sotto la guida di Fausto Zappulla. Nel 2006 si avvicina alla chitarra classica sotto la guida di Andrea Schiavo. Nel 2009 viene chiamato ad insegnare all’Accademia Allemanda di Siracusa e contemporaneamente segue a Milano diversi seminari Yamaha ottenendo l’abilitazione ai corsi di chitarra elettrica, acustica, classica, e di basso elettrico. Dal 2010 al 2013 è insegnante di chitarra elettrica/acustica e basso elettrico all’Accademia Allemanda (Yamaha Music Point) di Siracusa. Nel marzo 2016 consegue il diploma di I livello in Musica Elettronica all’Istituto superiore di studi musicali Bellini di Catania. Nel 2019 consegue anche il diploma di II Livello in Discipline musicali, indirizzo Tecnologico/Musica Elettronica con il massimo dei voti e Lode. Tante le band di cui ha fatto parte, nell’ambito del rock, metal, prog, pop, rock, dance, elettronica.
Titolo dell’opera del 20 giugno: Melanconia di relitti. Antonio Campisi composizione, arrangiamenti, chitarra, basso elettrico, sintetizzatori programmazione; Giovanni Spadaro batteria, percussioni; Alessio Giacalone riprese e montaggio video.
Melanconia di relitti rappresenta una raccolta di 14 tracce strumentali, brevi momenti, come ricordi o “relitti” in cui la musica si fonde diventa filo conduttore di viaggi senza tempo. La musica spazia attraverso paesaggi sonori, musica d’ambiente, influenze pop, rock, elettronica, drone, reggae, funk, jazz, mentre il video racconta momenti di vita quotidiana, differenti realtà sovrapposte tra loro, a volte contrastanti, altre volte visioni o sogni in una sorta di mondo “iper-reale”. La ricerca sonora di “Melanconia di relitti” si concretizza in suono caldo, sporco e a volte saturato, lo-fi.

 

Gianpaolo Castro, Lentini (Siracusa)
Lentinese, conseguito sia il diploma accademico di I livello in Musica e nuove tecnologie, sia di II livello in Discipline musicali – Musica Elettronica all’Istituto superiore di studi musicali Bellini di Catania, Castro è docente di Tecnologie musicali al Liceo Gargallo di Siracusa.
Titolo dell’opera presentata il 20 giugno: Elettrocuzione – frammenti di Uno. Soggetto: Anthea Ipsale e Gianpaolo Castro. Musica: Gianpaolo Castro. Video: Anthea Ipsale e Gianpaolo Castro.
Elettrocuzione nasce per indagare e raccontare “Punto, linea e superficie” e finisce col diventare una “superficie altra”, l’incontro di opposti che sono Uno. La folgorazione è il varco per un universo a cavallo tra reale e surreale, naturale e artificiale, spirituale e materico; frammenti di Uno che è luce, suono e materia.

Antonio Todaro, Favara (Ag)
Il 27enne musicista e compositore favarese ha studiato Composizione Musica Elettronica all’Istituto superiore di studi musicali Bellini di Catania. Alla composizione musicale ha aggiunto anche competenze specifiche come video editor.
Titolo dell’opera presentata il 20 giugno: Evoluxtraction (L’evoluzione che distrugge). Compositore/musicista: Antonio Todaro in arte “Todd (Italy)”. Autore del video: Antonio Todaro e Gero Bellavia.
La realizzazione dell’opera nasce dalla volontà di trasportare l’ascoltatore attraverso un percorso di coscienza crescente e decrescente dell’ascolto del brano, il quale è basato sull’idea di riprodurre metaforicamente gli effetti distruttivi dell’uomo, attraversando la natura. I suoni danno vita ad una dimensione surreale e colorata da effetti che l’incoscienza dell’essere umano possa creare, attraverso lo sviluppo industriale. Durante il brano l’ascoltatore dovrebbe cercare di percepire le limitazioni dell’ascolto soggettive riguardo la concentrazione all’ascolto stesso.

 

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