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Porti: Regione e Comuni contrari alle nomine imposte da Roma

CATANIA – «La nostra portualità non può assolutamente perdere l’opportunità offerta dai nuovi traffici marittimi internazionali, legati alla forte ripresa dell’economia mondiale, che è attesa dopo la crisi da pandemia. Per questo è necessario che le Autorità portuali di Sistema della Regione siano affidate a eccellenze professionali formatesi in Sicilia, le uniche in grado di conoscere a fondo il territorio e di rispondere con efficacia alle necessità di tutti i comparti produttivi».
È questa la conclusione del vertice tenutosi al Palazzo della Regione di Catania tra il governatore dell’Isola Nello Musumeci, l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Marco Falcone, il sindaco del capoluogo etneo, Salvo Pogliese, e quelli di Augusta, Giuseppe Di Mare, di Priolo Gargallo, Pippo Gianni, e di Melilli, Giuseppe Carta, dopo la proposta di nomina alla presidenza della Adsp di Augusta-Catania, da parte del ministro Enrico Giovannini, dell’attuale commissario, l’ingegnere Alberto Chiovelli. Proposta sulla quale il presidente della Regione ha già negato l’intesa poiché «le competenze – interamente sviluppate all’interno del ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibile ma in settori diversi da quelli direttamente riconducibili alla gestione dei porti – non sono compatibili col profilo richiesto per le necessità della Sicilia, in questo particolare frangente storico-sociale».
I partecipanti al vertice sono stati tutti concordi sulla «necessità di individuare un percorso di netta discontinuità con il recente passato e di lavorare alla creazione di nuove sinergie per realizzare un sistema portuale di quarta generazione, che possa cogliere tutte le opportunità offerte dalla collocazione degli scali orientali lungo le rotte commerciali che collegano l’Europa all’Asia, attraverso il Canale di Suez».
«Il governo nazionale non può continuare a immaginare una Sicilia subalterna a logiche estranee ai diretti e legittimi interessi dell’Isola, né pensare di affidare a burocrati romani estranei al territorio la gestione di settori altamente strategici, come quelli sui traffici marittimi internazionali. Per questo – conclude il documento – appare imprescindibile che da parte del ministero siano valutate altre candidature di cittadini dalla comprovata esperienza, per avere un presidente di Autorità portuale che possa operare in perfetta intesa con il governo regionale e con gli enti locali interessati, e che sia in grado di garantire progettualità di grande respiro manageriale e non la mera gestione di opere da appaltare».

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