AGRIGENTO- “Da ben dieci mesi la Regione non versa un centesimo nelle casse delle imprese che stanno svolgendo la propria attività per la pubblica amministrazione, mettendo in ginocchio un intero comparto. In quest’ottica appare quasi ironico che si annuncino misure straordinarie di sostegno per i danni provocati dal Covid”.
A intervenire è il presidente di Ance Agrigento, l’associazione nazionale dei Costruttori edili, Carmelo Salamone.
“Nonostante sia stata la politica a modificare le attuali norme proprio per sostenere le aziende in un momento di difficoltà, ampliando al 30 per cento l’anticipazione per la realizzazione degli interventi – spiega il presidente Salamone – ma anche inserendo misure assolutamente contestate, come lo split payment, che sono state praticamente imposte con la scusa che fossero di aiuto alle imprese, al momento l’unica certezza è che da novembre 2020 non viene versato alcunché nelle casse delle aziende, che oggi stanno comunque meritoriamente continuando i lavori assegnati, indebitandosi pur di rispettare gli impegni presi. Una situazione insostenibile – prosegue Salamone – sia per la crisi, sia per l’aumento significativo dei costi per le materie prime. Tutto è sulle spalle degli imprenditori, con il rischio concretissimo di un vero e proprio default del sistema: molte aziende potrebbero infatti decidere, stante l’assenza di trasferimenti, di sospendere le attività in corso. Sarebbe un danno per tutti, in primis per i cittadini, e anche una beffa, dato che molti di questi cantieri sono stati annunciati in pompa magna e con cerimonie per il taglio del nastro a cui, guarda caso, erano presenti proprio esponenti anche della Regione. In ultimo – conclude Carmelo Salamone – lancio un appello alla politica: se l’obiettivo finale di tutte queste scelte è far chiudere le aziende si abbia almeno il coraggio di dirlo chiaramente. Non si camuffi come ‘cura’ quello che invece è un veleno”.