AGRIGENTO – Presentata ieri a Roma la Carta di Agrigento per la promozione della Cultura e dei Beni Culturali, firmata all’ex Collegio dei Filippini il 6 aprile, e condivisa recentemente a Bruxelles. In apertura il video di Agrigento 2020. Sono intervenuti, oltre al sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il presidente del Consiglio nazionale Anci, Enzo Bianco, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, Ferruccio De Bortoli, editorialista del Corriere della Sera, Gaetano Armao,vice presidente della Regione Siciliana, Claudio Bocci, direttore di Federculture, Giovanna Barni, co-presidente di Alleanza delle Cooperative Beni culturali e Turismo, Ugo Bacchella, presidente della Fondazione Fitzcarraldo, rappresentanze del Ministero dei Beni Culturali e della Commissione parlamentare Cultura, del Fai e tutte le massime rappresentanze della Cultura in Italia. “Quando si parla di politiche del territorio, di sostenibilità, di tutela dell’ambiente – ha affermato Firetto – si guarda con sempre maggiore interesse alle piccole e virtuose economie che possono essere sviluppate in un territorio. I giovani con esperienze di studio e di lavoro in Italia e all’estero, tornano per investire tempo e risorse lì dove un tempo sembrava impossibile. Vero, non tutto è rose e fiori, seppure sia un datto di fatto che siamo riusciti in quattro anni a scalare di 44 posizioni l’ultima classifica del Sole 24 Ore. Il punto vero è che questo processo andrebbe stimolato, incoraggiato, avrebbe bisogno di quelle risorse che invoca la Carta di Agrigento dall’Europa e della fiducia dello Stato e delle Regioni. Invece, la politica del passo del gambero tenta di mantenere il potere con la zavorra dei burocrati, con l’ingessatura dei progetti, dei programmi di riqualificazione e di tutto quel lavoro che i Comuni a fatica e con poche risorse sono riuscite a compiere”.
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