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Aggredisce la ex con calci e pugni davanti alla figlia, divieto avvicinamento e braccialetto elettronico

A causa dell’uso di stupefacenti e psicofarmaci, l’indagato, durante un litigio avrebbe anche tentato di strangolarla

La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito dell’attività investigativa svolta dai Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante a carico di un ventinovenne catanese, indagato per “maltrattamenti in famiglia” e “lesioni personali” ha richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Catania, nei suoi confronti, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie e dalla figlia, con l’ulteriore prescrizione di mantenere una distanza non inferiore a 500 metri sia dai predetti luoghi che dalle vittime, e applicazione del presidio di controllo a distanza.

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Le indagini  hanno fatto luce sulle condotte dell’uomo nei confronti della moglie che avrebbe, infatti, sottoposto la compagna a continue denigrazioni e aggressioni fisiche, con calci e pugni, anche davanti alla loro figlia, minacciando di morte sia lei che i suoi familiari
A causa dell’uso di stupefacenti e psicofarmaci, l’indagato, durante un litigio avrebbe anche tentato di strangolarla, dopo averle dato un pugno al volto che le causava un vistoso ematoma perioculare.

 

In una escalation di violenza sempre più pericolosa le avrebbe morso un braccio e poi, a maggio, il ventinovenne avrebbe afferrato la ragazza per i capelli per poi colpirla con schiaffi e pugni fino ad afferrare una spranga di legno e cercare di percuoterla, non riuscendoci soltanto perché lei riusciva a fuggire nell’appartamento della vicina di casa.

 

 

L’indagato lasciava l’abitazione familiare ma nel successivo mese di giugno vi sarebbe entrato di nascosto, mentre la compagna e la figlia dormivano, rompendo il televisore, le porte, la cassettiera e le ante dell’armadio e poi, svegliata la ex, l’avrebbe spinta a terra, afferrata per i capelli e percossa con calci all’addome e alle gambe e minacciato lei e i familiari.
Quest’ennesimo episodio di violenza avrebbe dato finalmente il coraggio alla vittima di denunciare, raccontando gli episodi durante i quali era stata picchiata e umiliata, anche dinanzi alla figlia minorenne e ai genitori, in un clima di insopportabile convivenza per tutti i componenti del nucleo familiare.

 

Tali condotte sono state riscontrate compiutamente anche dal narrato di testimoni e comunicate dai militari dell’Arma all’Autorità Giudiziaria che, in ragione delle esigenze cautelari ravvisate, tenuto conto della rilevante gravità delle condotte maltrattanti, ha deciso di adottare la misura cautelare ritenuta, al momento, più idonea, del divieto di avvicinamento con applicazione del “braccialetto” che permette di segnalare in tempo reale, l’eventuale violazione del provvedimento.

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