CATANIA – Il 17 luglio 2024 la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, nell’ambito del coordinamento delle indagini relative ad una rapina a mano armata avvenuta in questo Capoluogo il 2 luglio 2024, ha emesso decreto di fermo di indiziato nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili (A.F.A. e T.G.) dei reati di rapina a mano armata, di tentato omicidio, nonché di porto ed illegale detenzione di armi.
LE INDAGINI
Eseguite dalla Sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile etnea, hanno permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero come gli indagati sarebbero stati, in concorso tra loro, gli autori di una rapina a mano armata, commessa nella zona della Scogliera, che nello svolgimento del reato si è evoluta anche in tentato omicidio.
Le investigazioni hanno tratto origine dalla segnalazione, giunta lo scorso 2 luglio, intorno alle ore 06:14, presso la Sala Operativa della Questura di Catania, nella quale si veniva a conoscenza che un uomo era giunto presso un ospedale cittadino ferito da un colpo di arma da fuoco alla coscia sinistra.
Da una prima ricostruzione dei fatti si appurava che la vittima, uscita da casa su un’auto, veniva subito dopo bloccata da due soggetti a bordo di uno scooter per rubargli un orologio, marca Rolex, del valore di circa 40.000,00 euro. La reazione della vittima con lo strappo della mascherina ad uno dei due malviventi causava il ferimento della stessa, riportando una ferita trapassante con prognosi di 15 giorni.
Le attività investigative, concentratesi nel quartiere di “Picanello” (limitrofo alla zona della Scogliera), basate principalmente sulla disamina di videogrammi estrapolati dai numerosi sistemi di video sorveglianza, pubblici e privati, permettevano di ricostruire le fasi antecedenti alla commissione dei fatti.
Determinante ai fini dell’emissione del fermo è stato il rinvenimento, ad opera dei Falchi della locale Squadra Mobile, dello scooter, utilizzato per la rapina e di uno smartphone.
I successivi approfondimenti, anche di natura tecnica, contraddistinti da attenti monitoraggi dei social network, hanno, inoltre, permesso di acquisire ulteriori indizi nei confronti dei due indagati, oltre alle perquisizioni domiciliari che hanno permesso di trovare i capi di abbigliamento indossati e di due giubbotti anti-proiettili e di una fondina.
LA MISURA
Espletate le formalità di rito, entrambi gli indagati venivano tradotti, a disposizione dell’A.G. procedente, presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza e poi sottoposti, in conformità a richiesta, alla misura della custodia cautelare in carcere, seppure senza convalida del provvedimento di fermo.