CATANIA – I poliziotti della Squadra Amministrativa della Divisione PAS della Questura di Catania – insieme al personale dell’ASP Igiene Pubblica, ASP Veterinari e ASP SPRESAL – hanno eseguito alcune verifiche all’interno di diversi esercizi commerciali della città con l’obiettivo di verificare le regolarità nella gestione. Risulta, infatti, particolarmente importante fare in modo che, specialmente i locali che somministrano alimenti e bevande, si attengano alle specifiche normative previste, allo scopo di assicurare la tutela della salute dei clienti.
In un ristorante del centro, nel corso dell’ispezione, il personale dell’ASP Igiene Pubblica ha riscontrato gravi carenze igienico-sanitarie, soprattutto per aver trovato i luoghi particolarmente sporchi con la presenza di suppellettili e mobili arrugginiti. La particolare gravità di tali rilievi, riscontrata dal personale dell’ASP, ha determinato la sospensione dell’attività del laboratorio/cucina. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di mille euro.
Durante un altro controllo, in un esercizio di vicinato che dovrebbe vendere solo per asporto, i poliziotti hanno rilevato la somministrazione di alimenti e bevande ai clienti seduti ai tavolini.
Per il titolare è inoltre scattata la sanzione amministrativa di mille euro in quanto una porzione del locale era stata adibita a deposito di alimenti senza l’autorizzazione necessaria. Le verifiche fatte, unitamente al personale dello SPRESAL, hanno permesso infatti di verificare la presenza di un soppalco non autorizzato adibito a deposito di alimenti. Per tale motivo è stata contestata una sanzione amministrativa di euro 1800 ai sensi dell’art. 64 della legge 81/08.
Alla luce di quanto accertato, il titolare è stato invitato a presentarsi presso l’ufficio di Polizia allo scopo di accertare se la trasformazione dell’attività da esercizio di vicinato a esercizio di somministrazione di alimenti e bevande sia accompagnata dalla necessaria SCIA. Qualora venisse accertata la mancanza della documentazione richiesta, sarà applicata una sanzione amministrativa di 5mila euro ai sensi dell0art. 64 della legge 59/2010.