L’architettura nella sua declinazione femminile, per la promozione della parità di genere e per un’analisi della progettazione a più ampio raggio. Obiettivi da raggiungere attraverso il ciclo di incontri Futura, organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania.
«Un’altra tappa nel nostro percorso volto a diffondere la cultura della domanda di architettura, mettendo in risalto la sua importanza nella vita e nel benessere di ognuno di noi, discostandosi dalla contaminazione e omologazione tra le diverse figure tecniche professionali che si confrontano con la trasformazione del territorio», ha esordito il presidente dell’Ordine Sebastian Carlo Greco. Parole a cui ha fatto seguito l’intervento della presidente della Fondazione Eleonora Bonanno, sottolineando «l’importanza del confronto con altre realtà, che possono essere un modello da seguire. Nel caso di Futura – ha aggiunto – abbiamo voluto dare un taglio diverso, con il duplice scopo di ascoltare il punto di vista femminile e promuovere la diversità. Un concetto che, in senso più ampio, si traduce in unicità, intesa come ricchezza complessiva della comunità, favorendo l’inclusione e migliorando la qualità di vita e culturale della città».
L’iniziativa – promossa dal gruppo Pari Opportunità della Fondazione, consigliere delegato Desiree Russo – è stata sposata dal Comune di Catania, «dando vita a un momento di confronto importante, in cui far emergere il concetto di “vivere bene”, che interessa l’ambiente intimo e deve essere stimolo per valorizzare lo spazio pubblico, luogo di aggregazione e socializzazione – ha dichiarato l’assessore ai Beni Culturali e alle Pari Opportunità Cinzia Torrisi – il benessere individuale si rispecchia nel sociale attraverso un processo osmotico. Per questo abbiamo bisogno di stimoli culturali e sociali». In questo “panorama ampio, fondamentale per il futuro della città” – come osservato dal presidente della Federazione Architetti Sicilia Alessandro Amaro – l’ospite d’eccezione, la portoghese Fàtima Fernandes, ha sottolineato «il potere dell’Architettura nell’influenzare la vita delle persone, essendo rappresentazione di volontà, idee e necessità di cambiamento. Lo stesso richiesto dalla società di oggi, attenta al green e a temi delicati, quali l’ambiente e il clima. Questo il punto di partenza per una nuova visione – ha proseguito – in cui bisogna riconsiderare la città, che deve affascinare non solo per la sua densità, ma anche per l’offerta di spazi aperti. La materia naturale che la caratterizza deve guadagnare un’altra dimensione, diventando parte integrante della quotidianità delle persone». In quest’ottica, l’analisi di Fernandes sulla città di Catania apre a nuovi punti di vista, «senza tralasciare il carattere incredibile della città per la sua relazione con il vulcano Etna, in una sorta di “amore e odio” tra elemento naturale e artificio. Un rapporto esaltato in passato e che oggi richiede un cambiamento».
Nel corso del dibattito – moderato da Alessandro Mauro, docente della scuola Abadir di Catania – il confronto tra la docente dell’Università di Palermo Luciana Macaluso e la Fernandes ha eclissato la dicotomia uomo-donna in Architettura. Al centro, in modo propositivo e positivo, la “diversità tra ogni singolo individuo”.
Futura ha aperto a nuove riflessioni per cittadini e istituzioni, che proseguiranno con un programma strutturato nei prossimi mesi.