Quale direzione intraprendere; quali gli obiettivi e come raggiungerli? Solo rispondendo a queste domande – attraverso una riflessione sul passato, il presente e il futuro della città – si potrà avere una piena riqualificazione e una crescita di Catania dal punto di vista economico, sociale e culturale». Questa la riflessione del presidente etneo dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori Sebastian Carlo Greco. «Per farlo – prosegue – occorre un confronto continuo tra associazioni, cittadini, istituzioni e liberi professionisti, che devono essere parte attiva della politica, indirizzandola nelle sue scelte. Per questo riteniamo da tempo che la realizzazione di un Urban Center possa essere determinante nel processo di crescita della nostra città: lo sgombero del Centro Auro rappresenta oggi una grande opportunità».
L’intervento delle forze dell’ordine, infatti, ha consentito di restituire alla città una parte dell’ex Monastero Sant’Agata – immobile settecentesco ubicato in via Madonna del Rosario – occupato abusivamente da molto tempo e lasciato al degrado e all’incuria. “Uno dei palazzi di grande pregio architettonico e di disarmante bellezza del nostro Centro Storico, che ormai era diventato un corpo estraneo nel quartiere”, come commentato dal sindaco della città etnea Salvo Pogliese, che ha annunciato anche il finanziamento di circa 9 milioni di euro da parte del ministero delle Infrastrutture, per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione dell’immobile da destinare ad hub turistico e della mobilità sostenibile.
«In questo contesto sarebbe interessante poter realizzare anche l’Urban Center metropolitano, polo su cui far convergere progettualità, logistica e creatività, aperto a cittadini e associazioni per raccogliere le istanze di chi vive i quartieri e ragionare sugli spazi e sulla loro funzione e funzionalità. Un luogo per sviluppare quella visione d’insieme che Catania vuole avere nel medio e lungo termine, con l’obiettivo di trasformare una città divisa in compartimenti stagni in organismo complesso e ben collegato in ogni sua parte», prosegue Sebastian Carlo Greco.
«La notizia che la città di Catania sia ritornata in possesso di uno dei Palazzi di più grande pregio del centro storico ci riempie di gioia. Riappropriarsi di un “contenitore” di così alto valore non può prescindere dalla valutazione di ciò che sarà il “contenuto”, anche alla luce del finanziamento già ottenuto e della sua destinazione d’uso. Questo spazio può davvero diventare “snodo” centrale per promuovere cultura e architettura, in una città che ha tanto da raccontare», spiega la presidente della Fondazione degli Architetti di Catania Eleonora Bonanno. «Un vero e proprio laboratorio di idee, oltre che piccolo museo, in cui le esposizioni di plastici, la proiezione di video e simulazioni racconterebbero la storia della città e i progetti che l’hanno trasformata. In poche parole, innovazione e creatività al servizio del territorio e dei cittadini. A tal fine, potrebbe essere utile lanciare un concorso di idee per l’allestimento degli spazi. Siamo a disposizione dell’Amministrazione per la realizzazione di iniziative volte a valorizzare l’immobile e promuovere l’architettura della nostra città», concludono Greco e Bonanno.